Si sorride, perché è vero, Greta Thunberg è un personaggio molto difficile da attaccare: è giovane, è donna, ha la sindrome di Asperger. Chi ha provato a farne un personaggio luciferino, appellandosi alla fisiognomica – la faccia da mostro, le orride treccine – si è guadagnato solo pernacchie dall’opinione pubblica. E in fondo, l’unico modo per farlo, è aggirarla, e provare a rimestare nel torbido alle sue spalle, sperando di trovare qualcosa che non va. Per ora, due genitori, un webmaster, qualche organizzazione ambientalista e qualche politico socialdemocratico che la consiglia, forse. Diciamo che le lobby petrolifere – quelle che non vorremmo stessero dietro ai titoli di Libero, del Messaggero e del Giornale – fanno un po’ più paura di così, se proprio vogliamo fare un paragone.
Si sorride, perché la guerra a Greta svela anche, finalmente, l’odio generazionale di un pezzo di establishment italiano verso i più giovani. Non che la scelte politiche di questi anni non ce ne avessero dato misura. Ma leggere commenti sprezzanti sui “gretini” come fossero una specie di esercito di integralisti lobotomizzati e rompicoglioni, e non invece gli abitanti del pianeta di domani che chiedono conto di come gli è stato lasciato in eredità, non fa che rafforzare il concetto. Tornate a scuola, gli dicono, come se questi ragazzi già ora non fossero più consapevoli di loro di ciò che sta accadendo alla Terra. Cominciate voi a cambiare le vostre abitudini, come se il problema fossero davvero i comportamenti individuali dei sedicenni occidentali. Siete “ecologia per ceti medio-alti riflessivi” (maestro Fulvio Abbate, tu quoque?), ignorando che quei ragazzi che scendono in piazza sono già oggi i nuovi poveri, perlomeno in Italia, con un pianeta in rovina, una crescita asfittica, un welfare in ritirata e un debito pubblico micidiale in eredità. Sono riflessivi per necessità, non per noia.
Si sorride, perché i nostri amici di Libero, del Messaggero, del Giornale e chi ne muove i fili, non hanno il coraggio di fare la vera battaglia che vorrebbero, quella del negazionismo climatico. La faranno, statene certi, una volta delegittimata per bene Greta Thunberg, quando avranno campo libero per dirci che la benzina fa bene, che le microplastiche non esistono, che gli oceani sono puliti, che il clima non sta cambiando, che sta cambiando per colpa dell’allineamento astrale, e che 10 miliardi di persone possono continuare a consumare come niente fosse, che tanto il pianeta ha risorse illimitate per far fronte al nostro bisogno di spendere.
Si sorride, perché finalmente la guerra è cominciata. Perché l’unica cosa che vi servirebbe davvero è il silenzio. E invece ci state aiutando a fare rumore.
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