A Bologna Piazza Maggiore gremita di gente (almeno 30mila partecipanti secondo gli organizzatori) per la principale manifestazione promossa dai sindacati per il Primo Maggio. Schierati in prima fila, dietro lo striscione “La nostra Europa: lavoro, diritti e stato sociale” i leader delle tre maggiori sigle sindacali. Tra queste la Cgil,il cui neo segretario Maurizio Landiniha oggi lanciato dalle pagine di “Repubblica” un appello per l’avvio di «un nuovo processo di unità tra Cgil, Cisl e Uil», che però «non deve essere un’operazione degli apparati burocratici». Favorevole il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, che nel suo intervento dal palco del comizio finale si è detto «convinto che l’unità sindacale sia la molla per cambiare la politica economica del nostro Paese».
Di Maio: sindacato unico è progetto loro, io laico
«Non credo che si possa prescindere dal dialogo con i sindacati. Se loro hanno un progetto per mettersi insieme, questo è un progetto loro e io lo guardo con atteggiamento laico. Non tifo per uno o l’altro», è invece il commento del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio ai microfoni di Rtl 102.5. «Non è che con meno o più sindacati, si sta meglio. Ogni paese ha la propria rappresentanza dei lavoratori – ha continuato – Dico che in Italia non si può governare se non interloquisci con i corpi intermedi e questi sono i sindacati dei lavoratori e la rappresentanza delle aziende».
Landini: Pil a +0,1% meglio che niente, ma siamo indietro
Molti i temi europei in evidenza, dall’uniformità di regole e contratti all’Industria 4.0, ma senza dimenticare gli ultimi dati sull’economia italiana, come la leggera ripresa del Pil (+0,1% nel primo trimestre 2019, +0,2% sul 2018) e la crescita a marzo degli occupati (al 58,9%, al top dal 2008). «Meglio lo 0,1 che niente, ma non è neanche un prefisso», «se guardiamo i dati complessivi noi continuiamo a essere indietro», il commento di Landini nel corso della manifestazione. «Chi oggi plaude allo 0,1 dell’Istat, cioè il Governo, è lo stesso che ha fatto un Def qualche settimana fa dicendo che non si cresce come si prevedeva e che se non cambia nulla tra tre anni la disoccupazione sarà ancora oltre il 10%», ha concluso: «Se non c’è una ripresa degli investimenti non se ne esce e c’è da cambiare le politiche economiche e sociali».
Furlan (Cisl): Paese bloccato, cambiare la linea economica
«Purtroppo il Paese è bloccato. La cosa vera è questa e noi dobbiamo sbloccarlo cambiando la linea economica che ha caratterizzato prima la finanziaria e poi il Def», ha ammonito la segretaria generale Cisl,Anna Maria Furlan, a margine del corteo commentando proprio i dati Istat. Per l’Italia, ha spiegato, servono «investimenti, investimenti, investimenti», e «lo sblocco delle infrastrutture. Ci sono tanti miliardi, un mare di soldi già stanziati da sbloccare per creare finalmente 400mila posti di lavoro immediati».
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Barbagallo: correggere quota 100 e RdC
Barbagallo ha invece ironizzato sulla stima provvisoria fornita dall’Istat: «È un prefisso per Milano». I dati, ha aggiunto, dicono «quello che sosteniamo da tempo: l’unico settore che va bene sono le esportazioni, i consumi interni languono perché i lavoratori e i pensionati non hanno potere d’acquisto necessario per ciò che produciamo per noi stessi». Il leader della Uil ha poi chiesto un incontro urgente al Governo per «correggere gli errori» di quota 100 e reddito di cittadinanza: «Noi siamo pronti a sederci intorno a un tavolo, dal governo battano un colpo».
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