“Stiamo assistendo a un cambiamento repentino del mercato del lavoro. Nonostante questo elemento di novità, in Italia abbiamo raggiunto il massimo storico dell’occupazione con il 61,8%. Dentro questo cambiamento ci sono diverse opportunità. Dopo la pandemia si è entrati nel sistema dello smart working, prima sconosciuto ai più. Tante altre trasformazioni sono dietro l’angolo e per questo occorre puntare sulla formazione dei giovani per prepararli ai nuovi mercati, ad un lavoro libero dove ci siano più opportunità di scegliere senza i confini geografici”. Lo ha dichiarato Andrea Mascaretti (deputato di Fratelli d’Italia nelle Commissioni Lavoro e Bilancio a Montecitorio), nel corso del webinar “Italia e lavoro: sfide e opportunità nell’epoca del cambiamento” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Dobbiamo tener conto anche delle innovazioni tecnologiche a partire dall’intelligenza artificiale. Il lavoro e le professioni devono cambiare senza essere sostituiti dall’IA. Sono i professionisti che devono avere sempre il controllo dei nuovi mezzi tecnologici. Infine – ha aggiunto Mascaretti – dobbiamo combattere il lavoro nero e il lavoro povero. Abbiamo iniziato con il taglio del cuneo fiscale per garantire una remunerazione più adeguata. La scommessa è puntare sulla qualità dell’occupazione”.
Di addio al posto fisso ha parlato Mauro Del Barba (Italia Viva), segretario della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati: “I cambiamenti delle società moderne hanno grandi impatti soprattutto sul mercato del lavoro. Prima di tutto in termini temporali. La velocità impatta sulla durata delle aziende stesse che si riduce. I nostri padri hanno avuto un lavoro fisso per tutta la vita, i nostri figli svolgeranno più lavori contemporaneamente. L’addio al posto fisso è già una realtà. A cambiare, poi, sono anche i bisogni umani dei lavoratori con la tendenza a cercare nuove forme di lavoro, addirittura licenziandosi prima di aver trovato un’occupazione alternativa più motivante. Lo smart working ha introdotto delle dinamiche che possono portare i lavoratori a fare delle scelte diverse. La velocizzazione dei processi di apprendimento e di cambiamento tecnologico – ha sostenuto Del Barba – impongono la necessità di rimanere sempre aggiornati spingendo molti a puntare sulla propria professionalizzazione, non vedendosi più tanto come lavoratori dipendenti ma più come professionisti del lavoro che possono offrirsi contemporaneamente a più progetti, a più aziende, a più esperienze professionali”.
Sulle modifiche al mercato del lavoro è intervenuta anche Rosaria Tassinari (parlamentare di Forza Italia in Commissione Lavoro alla Camera): “Le innovazioni tecnologiche stanno modificando profondamente il mercato del lavoro. Pensiamo, ad esempio, all’intelligenza artificiale. A cambiare è anche la propensione al lavoro da parte dei giovani, sempre meno inclini al posto fisso a tempo indeterminato, e più orientati a vivere diverse esperienze trovando le soluzioni migliori sulla base di quelle che sono le loro capacità. Questi grandi cambiamenti erano stati previsti da tempo, penso alla legge Biagi e a come il suo autore li avesse già codificati. Guardando avanti ci troveremo di fronte a ulteriori cambiamenti su orari e flessibilità dei lavori, sulla capacità delle persone di gestirsi e programmarsi. Si lavorerà più per obiettivi anche perché l’intelligenza artificiale influirà tantissimo nell’ambito dei lavori ripetitivi, dando all’uomo la possibilità di essere più concreto, di governare le macchine sia a monte che nel risultato finale. Un processo che coinvolgerà un numero crescente di lavoratori e non credo che porterà a una riduzione di occupazione ma ad una elevazione della qualità del lavoro”.
L’appello a un maggiore impegno del governo su questi temi arriva da Valentina Barzotti (deputata del Movimento 5 Stelle in Commissione Lavoro a Montecitorio): “L’innovazione sta prendendo il sopravvento su tantissimi processi aziendali ed è importante che il nostro settore produttivo si adegui, incrementi e incameri queste innovazioni con il supporto dello Stato. L’applicazione delle nuove tecnologie deve essere un processo gestito e governato. Nel caso dell’intelligenza artificiale, sul quale in ‘Commissione’ stiamo realizzando un’indagine conoscitiva, bisogna valutare sia le opportunità che i rischi di un impatto negativo sui livelli occupazionali. Al momento non abbiamo visto provvedimenti significativi e siamo molto preoccupati. Per quanto riguarda i contratti di lavoro bisognerebbe andare verso una dimensione più stabile. Se il Paese va verso un netto calo demografico e le politiche di questo governo incentivano esclusivamente il precariato non si consente alle famiglie di ipotizzare la nascita di nuovi figli. I contratti devono essere a tempo indeterminato, con salari decenti, per questo motivo porteremo avanti la nostra proposta sul salario minimo”.
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Mario Chiappuella (commercialista e revisore legale dell’Odcec Massa Carrara): “Dal 2020 a oggi stiamo assistendo a cambiamenti frenetici e continui sia nel mondo dell’economia che in quello del lavoro. Ci troviamo ad assistere all’aumento vertiginoso dei ritmi produttivi, sempre più veloci e sempre più impattanti sulla qualità del lavoro e sulle richieste dei mercati di riferimento. In questo quadro, bisogna porre estrema attenzione sull’avvento dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. Bisogna mantenere il controllo e dettare priorità e strategie. Le innovazioni tecnologiche devono essere al servizio di uomini e donne, non in loro sostituzione”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili): “Nella storia sono state già affrontate rivoluzioni importanti nel campo del lavoro e della produzione. Il problema che affrontiamo è legato all’innovazione tecnologica e la nostra riflessione deve partire da un dato diffuso dal World Economic Forum, che ha affermato ‘l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni sostituiranno 85 milioni di posti di lavoro’. Occorre quindi adeguarsi all’innovazione tecnologica e non farsela passare addosso con misure che parlano solo di flessibilità. Bisogna programmare attentamente il nuovo approccio al mercato del lavoro attivando percorsi di formazione in grado di trasmettere competenze trasversali, che oltre ad integrare il background siano in grado di far acquisire nuovi strumenti necessari per assorbire l’impatto dell’intelligenza artificiale. Solo così si potrà creare un profilo ideale del lavoratore che deve, dico io, sopravvivere al mondo del lavoro integrandosi nei nuovi modelli. La risposta quindi non è flessibilità ma adeguare la preparazione dei lavoratori a un mondo che cambia”.