Lamezia Terme – È la prima messa solenne celebrata all’aperto sul piazzale antistante la cattedrale dopo il periodo Covid, quella presieduta dal Vescovo Schillaci per la festività dei Santi Patroni Pietro e Paolo, e l’ultima era stata appunto quella d’insediamento del presule, in un 6 luglio 2019 che sembra oggi molto lontano e che Schillaci ha voluto ricordare ringraziando tutti – clero, fedeli, autorità civili e militari – “per aver reso possibile questo momento che stiamo vivendo”. A ciò si è aggiunta una lode a Dio, per avergli consentito oggi di viverlo, e di viverlo in pienezza.
L’omelia, incentrata sulle figure edificanti dei due Santi Patroni, ha preso le mosse dal Vangelo di Marco, in cui Cristo pone agli apostoli la nota domanda: “La gente chi dice che io sia”, ricevendo le risposte più svariate. “E’ una sorta di sondaggio – dice Schillaci – ma non gli basta rimanere a questo. Perciò chiede: “E voi chi credete che io sia?”. E Pietro prende la parola a nome di tutti, definendolo “Il Cristo, il Figlio del Dio Vivente”: qualcosa di fondamentale perché è come dire a Cristo che lui è il significato profondo della sua vita. Anche noi oggi, insieme a Papa Francesco vogliamo dirlo al Signore: Tu sei la gioia della mia vita, colui che orienta le mie scelte, sei benevolenza, responsabilità, bene comune, cura del territorio e del prossimo, delle sue ricchezze, dei suoi doni. Pietro lo dice con immediatezza ma anche San Paolo nella seconda lettura dice a Timoteo: “Sto per essere versato in offerta”. Noi dobbiamo metterci nella stessa prospettiva, fare della nostra vita un servizio, mettere le nostre potenzialità al servizio degli altri, con fiducia, tirando fuori i doni che ciascuno di noi ha nel modo più bello. Lasciamoci guidare dal Signore, nostra luce e nostra forza” Alla celebrazione, fra gli altri, anche il commissario prefettizio Priolo, il Prefetto Cucinotta e i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine…. Leggi l’articolo completo