«Il 23 maggio del 1992 dirigevo come direttrice presso il carcere di massima sicurezza di Termini Imerese. Avevo conosciuto Giovanni Falcone nel 1986, quando fui trasferita come vice-direttrice al carcere Ucciardone. Si celebrava allora il maxi-processo. Non millanto, come va di moda, amicizie e confidenza con Falcone ma, nei nostri brevi incontri istituzionali, capii di avere davanti un magistrato straordinario, profondo conoscitore del fenomeno mafioso e delle sue implicazioni sociali. Ammiravo in lui la sua capacità di analisi, la determinazione e lo spirito di servizio.
Ho speso oltre metà della mia vita a rappresentare lo Stato e le sue leggi nella più estrema delle sue frontiere.
Ho dovuto conciliare, spesso con grande difficoltà, le legittime esigenze di sicurezza sociale con il diritto a trattamenti ispirati a umanità delle persone detenute che mi sono state affidate nel tempo. In questa complicata posizione ho dovuto tenere in equilibrio pesi contrapposti anche quando la sensibilità dell’opinione pubblica spingeva ora in un senso ora nell’altro in preda all’emotività degli accadimenti del momento.
Ho pianto i servitori dello Stato caduti per mano mafiosa e ho difeso finché ho potuto il diritto alla dignità, nel rispetto delle leggi, dei loro assassini, quando sono stati assicurati alla giustizia.
Per quanto detto, avverto dentro di me forte il diritto/dovere di richiamare al rispetto della memoria di chi ha sacrificato la propria vita alla lotta alla criminalità organizzata. “Mai più mafia!”, questo è il principio sacro e inviolabile cui devono ispirarsi tutti i candidati a qualunque carica politica e in special modo in questa città. Non può, non deve e non c’è un’altra strada.
Occorre, senza fuorvianti giri di parole, prendere ufficialmente le dovute distanze da chi ha un passato che calpesta la memoria di quanti sono caduti. È doveroso senza se e senza ma rifiutare con sdegno ogni dichiarazione di appoggio o di endorsement proveniente da questi soggetti. Questo mi aspetto da Roberto Lagalla: una dichiarazione chiara e inequivocabile di rifiuto di appoggi di questo tipo. Spero che ciò avvenga nell’immediato e che la competizione elettorale si possa svolgere in un clima di serena contrapposizione d’idee e progetti sul come fare risorgere la nostra Palermo» dichiara Rita Barbera.