Lo stanziamento di 15 milioni di euro per le aziende agricole siciliane colpite dalla siccità rappresenta un primo aiuto concreto rispetto a una situazione drammatica denunciata più volte da Coldiretti. “Si tratta di un primo intervento nazionale – sottolinea Francesco Ferreri, presidente Coldiretti Sicilia – che segue ai 10 milioni che grazie alla nostra forte pressione siamo riusciti ad avere dall’assemblea regionale. L’intervento del ministero è importante, ma la Regione resta inattiva sull’emergenza di oggi e deve fare di più. La situazione è drammatica, siamo pronti alla mobilitazione perché qui servono subito acqua e fieno e la Regione deve capire che è a rischio la sopravvivenza di aziende e animali. Non possiamo aspettare i tempi della burocrazia”, afferma il presidente di Coldiretti Sicilia Francesco Ferreri in merito all’annuncio del ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida sullo stanziamento di fondi per sostenere l’agricoltura isolana che arriveranno dal Fondo di solidarietà nazionale per l’anno 2024.
L’intervento annunciato dal ministro, arriva a pochi giorni di distanza dall’azione di aiuto promossa da Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, Bonifiche Ferraresi, Associazione italiana allevatori e Fedana (Federazione delle Associazioni Nazionali di Razza), che hanno inviato in Sicilia un milione e mezzo di chili di fieno per sfamare gli animali ormai allo stremo delle forze. Un quantitativo che sta garantendo l’alimentazione degli animali in questi giorni e sostiene le aziende strozzate dall’aumento dei costi di produzione che in alcuni casi sono addirittura triplicati. Ma per salvare l’agricoltura siciliana servono interventi strutturali, dopo anni di incapacità ad investire su un sistema infrastrutturale capace di non far disperdere l’acqua e in grado di garantire alle aziende la sopravvivenza.
A causa della mancanza di pioggia la produzione di grano siciliano rischia di essere praticamente azzerata, con cali che vanno già, a seconda del territorio, fino al 70% della produzione, secondo l’analisi della Coldiretti. E a rischio ci sono anche ortaggi, frutteti e altri cereali. Ma è l’allevamento a rappresentare l’emergenza tra le emergenze – sottolinea Coldiretti – con centinaia di stalle rimaste senza cibo e acqua, con il concreto pericolo di veder morire migliaia di mucche e pecore e disperdere un lavoro trentennale portato avanti sul patrimonio genetico.