Evolocumab, approvato dall’Agenzia del farmaco e già in vendita, non agisce come le statine, che fermano la produzione di colesterolo, ma elimina anche quello già presente nell’organismo
Da Humanitas News
L’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato e concesso l’autorizzazione alla vendita del nuovo farmaco Evolocumab, un anticorpo monoclonale in grado di ridurre i livelli di colesterolo del 75%.
Di questo ha parlato in un’intervista televisiva a Tv 2000 la dottoressa Maddalena Lettino Responsabile dell’Unità Cardiologica di Humanitas di Rozzano (Milano), dando anche alcuni consigli ai pazienti su come prevenire il colesterolo cattivo (LDL) e incrementare, invece, quello buono (HDL).
L’Evolocumab “blocca la produzione di colesterolo cattivo”, ha spiegato la dott.ssa Lettino chiarendo che però è un tipo di farmaco “completamente diverso dalle già note statine, che fermano semplicemente la produzione di colesterolo, mentre questo aiuta a consumare quello già presente nel nostro organismo”. ”Si somministra per via sottocutanea – ha aggiunto la dottoressa – come l’insulina ma con una frequenza diversa, una o due volte al mese, e agisce su recettori che aiutano a togliere le incrostazioni di colesterolo”.
Il nuovo farmaco sarà dedicato a chi soffre di forme più gravi di colesterolo e non sostituirà le statine: “sicuramente ha aperto una nuova strada, ma le statine hanno salvato la vita a milioni di persone” e hanno “ridotto la mortalità. Restano una grandissima terapia e questi nuovi farmaci si assoceranno a loro” per i casi più complessi.
Colesterolo cattivo (LDL) e buono (HDL): le differenze
Il colesterolo è una sostanza fondamentale per il nostro organismo: è presente in tutte le cellule del nostro corpo ed è essenziale per la produzione di molte sostanze, tra cui diversi ormoni di cui non potremmo fare a meno.
Il così detto colesterolo “cattivo” LDL “tende a depositarsi nelle pareti dei vasi sanguigni e a produrre l’arteriosclerosi, ovvero la malattia che prelude allo sviluppo di infarto e ictus”, ha spiegato la dottoressa. Non deve mai superare i 115 mg/dl, in quel caso “siamo in una fase di rischio” che deve essere controllata dal medico.
Il colesterolo “buono”, invece aiuta a togliere dalla circolazione quello cattivo e i suoi livelli devono essere alti, superiori ai 40 o 60 mg/dl. “E’ come se fosse un farmaco naturale che toglie il colesterolo cattivo circolante nel nostro organismo”, ha spiegato Lettino, “come una statuina interna al nostro organismo. Al momento non esistono farmaci che aiutano ad aumentare il colesterolo buono, la ricerca ci ha provato a lungo ma ad oggi gli effetti indesiderati sono troppi”.
Le cause
Per molto tempo si è pensato che la principale causa dell’aumento dei livelli di colesterolo fosse una cattiva alimentazione. Non è così: “benché una parte derivi da questo, abbiamo cause di famigliarità di ipercolesterolemia – ha spiegato Lettino – ci sono famiglie in cui c’è una maggiore propensione a sviluppare colesterolo cattivo, anche in età precoce” e allo stesso modo esiste anche l’ipercolesterolemia di tipo genetico che ”si trasmette di madre in figlio e presenta alti livelli di LDL già in età infantile e giovanile”. “Questa è la forma più grave e va cercata in modo molto attento da parte del medico”.
I rischi
Chi ha livelli alti di colesterolo LDL rischia un ispessimento delle pareti di tutti i vasi sanguigni: il colesterolo, infatti, si deposita lungo i vasi e le arterie che invece “dovrebbero avere pareti lisce e senza incrostazioni” per consentire al sangue di scorrere al meglio ed evitare la formazione di coaguli. “Quando il colesterolo si accumula si forma il vaso si restringe e il sangue scorre con più fatica: se il vaso è diretto al cuore si rischia un infarto, se porta sangue al cervello si rischia invece l’ictus”, ha precisato la dottoressa.
I sintomi
Ma quali sono i sintomi di un colesterolo alto? Nessuno, o quasi: “il colesterolo è molto insidioso e non da nessun sintomo”, ha spiegato la dottoressa. “Ovviamente nelle forme più gravi compaiono dei segnali visibili, ad esempio si deposita nelle palpebre o nei tendini, ma è già troppo tardi perché significa che si è depositato anche nelle pareti dei vasi”. Per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo, la responsabile di cardiologia consiglia a tutti e a prescindere dalla storia clinica “un primo controllo del profilo lipidico a partire dai 40 anni. Per chi invece presenta casi di famigliarità, è bene iniziare i controlli già dall’ età adolescenziale almeno una volta all’anno”.
La cura
Oltre al nuovo farmaco approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco, il colesterolo viene tenuto sotto controllo somministrando le statine, una “terapia che una volta iniziata va portata avanti per tutta la vita”, ha spiegato Lettino. Per questo motivo il medico prima di prescrivere questa cura cerca di modificare le abitudini del paziente e di agire sullo stile di vita. Se i valori rimango alti si inizia la terapia con le statine che “bloccano la produzione nel nostro organismo e riducono il quantitativo di colesterolo cattivo”, ha concluso la dottoressa.
In ogni caso, per chi ha problemi di colesterolo è consiglio seguire una dieta sana, preferendo quella mediterranea povera di grassi di derivazione animale (burro, strutto, lardo, latte intero) e ricca invece di verdure, di pesce (2-3 volte a settimana), di carne bianca e carboidrati preferendo quello integrali.