Pulito, lindo, senza neanche un granello di polvere: l’asteroide Ryugu sembra il sogno di ogni casalinga del Sistema solare. Con una composizione simile a quella di alcune meteoriti primitive chiamate condriti carbonacee, sarebbe il frutto di un cataclisma: sulla sua superficie presenta infatti due tipi di rocce (alcune scure e ruvide, altre lisce e luminose) che sarebbero i resti di un impatto poi aggregati insieme. A indicarlo sono le foto della missione Hayabusa-2 dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa: pubblicate sulla rivista Science, sono state scattate dal lander Mascot (Mobile Asteroid Surface Scout) disceso sulla superficie dell’asteroide in ottobre.
Durante l’avvicinamento, la sua macchina fotografica ha scattato immagini che hanno consentito di ricostruire la traiettoria di Mascot, disceso lentamente e poi rimbalzato sulla superficie prima di assestarsi. Ulteriori immagini riprese dalla superficie mostrano che l’asteroide è coperto da massi appartenenti a due diverse categorie: alcuni scuri e ruvidi, altri luminosi e lisci. Entrambi i tipi sono distribuiti quasi uniformemente sulla superficie, a supporto della teoria secondo la quale Ryugu si sarebbe formato per aggregazione delle macerie prodotte da un impatto avvenuto sul suo corpo genitore.
La superficie di Ryugu ripresa dal lander Mascot di Hayabusa-2 (fonte: Jaumann et al.; Science 2019)
Molte rocce presentano piccole inclusioni colorate simili a quelle trovate in condriti carbonacee, indizio della possibile presenza del minerale olivina. La cosa che però ha più sorpreso i ricercatori, coordinati da Ralf Jaumann dell’agenzia spaziale tedesca (Dlr), è che le immagini non mostrano la presenza di particelle fini o polveri sulla superficie di Ryugu, cosa che invece ci si sarebbe attesi per effetto del meteo spaziale. I ricercatori ritengono che ci sia un meccanismo fisico non identificato che ripulisce efficacemente la superficie, una sorta di ‘aspirapolvere spaziale’ ancora tutto da scoprire.