Ne ha combinate talmente tante da diventare quasi la parodia di se stesso, come se Jack Black lo impersonasse all’apice della carriera ma mettendoci tutta la sua ironia. Ozzy Osbourne è uno degli emblemi del rock and roll sporco, cattivo, sinistro e pieno di droga e alcol. Con in mezzo un bel po’ di psicosi varie. Uno che già quarant’anni fa, con i suoi Black Sabbath ancora tra le hard rock band più amate e discusse della storia della musica, confessava: “Ero sempre ubriaco e fatto. A nessuno di noi importava più niente della musica”. Re degli eccessi e delle trovate shock, Ozzy, come quando addentò un pipistrello sul palco e gli staccò la testa. Pubblico e stampa inorriditi, quella performance rimase tra i classici della “musica cattiva” degli anni Ottanta. E lui ancora una volta candidamente spiegò: “Era stordito dalle luci e come paralizzato quando è finito di fronte a me, io pensavo fosse un giocattolo, l’ho addentato e ha cominciato a muovere le ali. Allora, impressionato, ho strappato per tirarlo fuori dalla bocca ma la sua testa si è staccata. Com’era? Caldo e croccante come un panino del McDonald’s“. Oggi però è tutto diverso. Oggi “Satana” è malato e la sua più grande sfida si chiama Morbo di Parkinson.
“Ho bisogno della musica come se fosse la mia droga”
Nel 1968 fece impressione globale l’uscita del primo, omonimo album dei Black Sabbath: si intitolava con il nome della band e si apriva proprio con quel brano. Campane in sottofondo, suono di pioggia, il lento incedere del metal più vicino a tematiche occultistiche, misteriose, che attaccò per sempre la cattiva nomea al rock duro coinvolgendo anche band che non c’entravano niente. La stampa ama far di tutta l’erba un fascio, e molta gente adora crederci. Nei versi di apertura di quel disco Ozzy Osbourne cantava: “Cos’è che sta di fronte a me? Una figura in nero che mi fissa”. Ora quella minaccia è il Parkinson. Il cantante oggi 71enne ne ha parlato in una intervista alla rete tv americana Abc: “Dopo il concerto di Capodanno 2019 al Forum di Los Angeles sono caduto e mi hanno operato. Ho scoperto di avere il Parkinson, in forma lieve. Prendo un sacco di medicine, un braccio mi si addormenta e sento le gambe gelate”. La musica, che gli ha dato soldi e fama e con essi un sacco di guai, da lui a lungo bistrattata, ora è la sua salvezza: “Non vedo l’ora di tornare a suonare, ne ho bisogno, è questa la mia droga oggi“.
“Ozzy” perché balbettava
Sempre stato problematico e particolare, Ozzy Osbourne. Fin da bambino, quando era introverso, aveva deficit di concentrazione e balbettava. Gli amici lo soprannominarono “Ozzy” perché prima di riuscire a pronunciare il suo cognome stava lì a piantarsi su una serie di “os-os-os”. Proveniente da un’umile famiglia operaia, si ritirò da scuola a 15 anni e cominciò a campare di svariati mestieri (tra cui il macellaio) prima di essere incarcerato per furto. Uscito, decise per la via della musica. Nacquero i Black Sabbath, potenti, lenti e ipnotici, un suono diverso dalla gran parte delle band dell’epoca. Dieci anni insieme, prima di continui va e vieni, formazioni variabili, isolamenti maniaco-depressivi del cantante e risalite da solista. Punteggiate da drammi, dal fan che si sparò mentre ascoltava la sua Suicide Solution fino al chitarrista extraordinaire Randy Rhoads morto in tour per un incredibile incidente. Eccessi e provocazioni, sul palco e fuori dal palco, un continuo tira e molla con la fondamentale moglie-manager Sharon Arde, entra ed esci dalle cliniche di riabilitazione da droghe e alcol, molta ironia nel rendersi protagonista di un reality sulla vita eccessiva della sua famiglia. Uno in grado di restare in piedi soprattutto quando è in bilico sul baratro, Ozzy Osbourne. Chissà come andrà stavolta.