Mentre i film della saga tornano tutti in tv con grandi record, e le prime copie dei libri sono vendute a prezzi record, il protagonista parla della sua crisi
Completamente nudo in scena per la rappresentazione teatrale di Equus. Volutamente. Era stata una delle prime apparizioni di Daniel Radcliffe dopo l’immensa fortuna capitatagli nell’essere scelto per interpretare al cinema la saga del maghetto più famoso del mondo: Harry Potter. E mentre, in piena clausura da Coronavirus la tv italiana rimanda in onda tutti i film tratti dai bestseller letterari di J.K. Rowling, mentre esplodono le quotazioni delle prime stampe di quei libri, torna la testimonianza di Radcliffe. Precipiato a neanche 11 anni nel mondo delle superstar. E finito inghiottito in un vortice in cui era arrivato a dubitare perfino del suo essere persona in questo mondo.
Mentre la magia finiva
Intervistato da Radio 4, Daniel Radcliffe è tornato a parlare di come, all’apice della fama e mentre nei cinema (anno 2011) andava in programmazione Harry Potter e i doni della morte, lui stesse sprofondando nell’alcolismo. Il problema era l’ansia: “Non ero sicuro di cosa avrei fatto dopo stavo male con me stesso. Quindi bevevo”. Ma le cose peggioravano: “Se uscivo e mi sbronzavo la gente mi guardava con curiosità perché ero pur sempre il ragazzo che interpretava Harry Potter. Questo non mi piaceva, quindi mi ubriacavo ancora di più, per anni ho proseguito così”. L’altra parte delle paure di Daniel Radcliffe era dovuta al suo valore di attore: “Le parti che mi arrivano oggi sono dovute al fatto che sono stato Harry Potter o per il mio valore di interprete?”. Da lì la depressione e l’illusione di poter sfuggire con la bottiglia. L’attore britannico, oggi 30enne, dice che non beve più da quasi 10 anni. I suoi ex compagni di cast, da Emma Watson a Rupert Grint, lo hanno difeso in tutti i modi, sottolineando che quella da alcolista è stata solo una parentesi dolorosa nella vita di Daniel Radfcliffe. Che finora non ha trovato ruoli di altrettanto spicco, pur continuando a lavorare sul set. Il difficile confronto con se stesso dice di averlo risolto così: “Ho capito che la mia passione è recitare, anche senza molti soldi e celebrità. Per questo vado avanti. Ringrazio le persone meravigliose che ho incontrato, che mi hanno aiutato”.
Un record dopo l’altro
Intanto tornano in tv i film di Harry Potter. Per aiutare le famiglie a distrarsi date le limitazioni di attività e spostamenti dovute al Coronavirus, Italia 1 dal 16 marzo ha rimesso in programmazione tutti i film della saga del maghetto. Ed ha vinto la sfida dell’audience. Ed è corsa ad accaparrarsi le prime copie dei libri della Rowling. Negli ultimi tre anni alcune copie appartenenti alle prime tirature sono state vendute per oltre 43 mila sterline e 78.500 dollari (per un singolo libro). E la saga letteraria ha superato i 500 milioni di libri venduti in tutto il mondo. La Potter mania non si arresta, si parla di una nuova saga in arrivo (e lo stesso attore è a favore) mentre si ferma lo spettacolo teatrale Endgame, tratto da Samuel Beckett, in programma al prestigioso teatro londinese Old Vic. Il virus non perdona. Protagonista di quello spettacolo era Daniel Radcliffe.