ROMA – Una svolta storica quella dell’Aia, che permette a Daniele Orsato, direttore di gara in attività, votato migliore al mondo dall’Iffhs per il 2020, di parlare ai microfoni di 90° Minuto su Rai 2. La novità, voluta dal nuovo presidente degli arbitri italiani Alfredo Trentalange, ha permesso di conoscere meglio alcuni aspetti di quyelle che una volta venivano chiamate ‘giacchette nere’: “Il presidente (Trentalange, n.d.r.) ha dato una grande occasione a tutti, a noi e a voi – le prime parole di Orsato in diretta tv – l’Aia punta con condivisione e trasparenza a questo progetto”. A proposito degli errori dei direttori di gara, e della possibilità di spiegarli, il 45enne arbitro della sezione di Schio, dice: “Anche noi commettiamo errori, si può parlare anche degli errori. Negli anni non ci siamo mai tirati indietro ad ammetterli“.
Il ‘metro’ in Europa
È vero che da noi fischiano troppi falli rispetto all’estero? “Bisognerebbe vedere i numeri – risponde Orsato – io non cambio il mio modo di arbitrare in Champions League, sinceramente non vedo questa grande differenza tra l’Italia e l’estero. Non so perché le nostre squadra abbiano difficoltà”. Su come ci si sente dopo un errore spiega: “Sicuramente non siamo felici e andiamo subito a vedere il motivo per cui abbiamo sbagliato in televisione. Siamo i primi a essere molto critici sul nostro operato e andiamo a lavorare sui nostri errori”.
Pjanic, Ronaldo e l’orologio
Poi Orsato si sofferma sul fallo di Pjanic su Rafinha in Inter-Juventus dell’aprile 2018, con mancato cartellino giallo al bosniaco, che sarebbe stato espulso: “Non serve andare a rivederlo dopo tre anni, sicuramente è un errore. La vicinanza dell’azione non mi ha fatto vedere quanto mostrato dalla tv: per me è stato un contrasto fisico al volo, il VAR non poteva intervenire”. E quando gli chiedono se spera di poter tornare a dirigere una gara con i nerazzurri come non gli capita proprio da allora, il fischietto della sezione di Schio si limita a dire “vado dove mi manda il designatore”. Sul recente caso di Cristiano Ronaldo, che ha toccato il suo orologio del gol-non gol durante Juve-Roma, spiega perché non c’è stata una mancanza di rispetto da parte del portoghese: “Mi chiedeva come funzionava l’orologio, non c’è stato nulla di strano, è finito tutto lì”.
L’aiuto del Var
Sulla precezione del Var da parte del mondo arbitrale, Orsato spiega: “Non pensate che ci abbia dato fastidio. Beato il Var. Scendiamo in campo senza pensare che ci sia il Var. Noi continuiamo a decidere e, se c’è un dubbio, abbiamo l’aiuto del Var. Modifiche da fare? Non credo ce ne sia bisogno”. Il fischietto di Schio si dice poi d’accordo sull’idea di creare un gruppo di arbitri addetti esclusivamente al Var e di introdurlo anche in Serie B: “Sono entrambe cose giuste e penso che le stiano già studiando”. Sull’ipotesi di rendere pubbliche le conversazioni tra arbitri e sala Var, Orsato assicura che “noi non abbiamo nulla da nascondere e se le autorità preposte scegliessero questo non ci sarebbe alcun problema”.
Aspettando colleghe e tifosi
Arbitrare senza tifosi sugli spalti? “È la cosa più difficile, mancano ai giocatori ma anche a noi – confessa –. A me è dispiaciuto molto arbitrare una finale di Champions senza pubblico (l’ultima vinta dal Bayern Monaco contro il Psg a Lisbona, ndr) anche se resterà comunque indimenticabile per me. Speriamo che gli stadi possano essere riaperti al più presto”. Una battuta anche sul futuro approdo degli arbitri donne in Serie A: “Le ragazze sono arrivate al livello di noi maschi, in Europa c’è l’esempio della Frappart. In Italia ci arriveremo, il gap fisico si sta riducendo ai minimi termini, non credo si debba aspettare molto per vedere qualche arbitro donna in A. Siamo ormai in dirittura di arrivo”.
Fonte tuttosport.com