Dopo Apple, Google e Facebook, anche Amazon prepara il rientro dei suoi dipendenti in ufficio. L’azienda, così come stabilito da altre realtà del mondo tecnologico, punta su una formula ibrida. I lavoratori svolgeranno le loro mansioni in presenza per tre giorni alla settimana, mentre per i restanti due potranno scegliere se lavorare da casa o da dovunque vorranno, comunque in remoto. Chi volesse ottenere un periodo di smart working più lungo, andando oltre i due giorni, dovrà presentare una richiesta e attendere il responso.
Andy Jassy, attuale numero uno di AWS, che a luglio prenderà il posto di Jeff Bezos come CEO del gruppo, ha di recente ribadito che alcuni aspetti della collaborazione in presenza sono difficilmente sostituibili dalle riunioni online: “Semplicemente, non è lo stesso. È davvero cambiato il modo in cui dobbiamo pensare e indirizzare l’innovazione, come sollecitiamo chi si occupa di realizzarla, così come la tipologia dei meeting che organizziamo”.
Ad oggi, Amazon conta a livello globale circa 1,3 milioni di persone, distribuite negli uffici in tutto il mondo. Di queste, 500.000 sono state assunte nel corso del solo 2020, per far fronte al forte incremento della domanda di e-commerce. Amazon aveva precedentemente adottato un approccio più rigoroso ai suoi piani di ritorno al lavoro. A marzo, l’obiettivo del colosso era “tornare ad una cultura incentrata sull’ufficio come linea di base”. Altre aziende tecnologiche hanno adottato un modus operandi simile nei loro piani di ritorno al lavoro. La scorsa settimana, Apple ha affermato che i dipendenti torneranno in ufficio tre giorni alla settimana a partire dall’inizio di settembre. A maggio, Google ha dichiarato che si aspetta che il 20% dei suoi dipendenti lavori da casa anche dopo la riapertura degli uffici, entro la fine dell’anno.
Fonte Ansa.it