Al lavoro o a scuola? In media servono 52 minuti a Roma, 43 a Milano
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C’è un dato che emerge oggi dalle statistiche dell’Istat sul mercato del lavoro: a dicembre la fascia centrale della forza lavoro, vale a dire le persone tra i 25 e i 49 anni, perdono 79mila posti in un solo mese. Si tratta del cuore del mercato del lavoro, giovani che non riescono a inserirsi anche per via del mismatch dilagante, donne e uomini di 40anni che magari escono dal mercato del lavoro e non riescono a rientrarvi per via del mancato decollo delle politiche attive.
Risalgono gli inattivi
Dopo mesi altalenanti, dicembre mostra più ombre che luci: aumentano, lievemente, i disoccupati e al tempo stesso anche gli inattivi, a testimonianza di un turn over importante causato essenzialmente dal decreto dignità e di un primo segnale di scoraggiamento (gli inattivi in un mese salgono di oltre 40mila unità dopo che a novembre avevano raggiunto il valore minimo).
Giù i contratti stabili
Le difficoltà dell’occupazione, in un clima economico in frenata, si leggono anche in un altro dato. I dipendenti permanenti, vale a dire gli assunti a tempo indeterminato, crollano sul mese, -75mila unità. Qui sembra essersi arrestato il fenomeno delle stabilizzazioni molto accentuato nei primi mesi del 2019. Il tema é delicato. E anche qui chiama in causa il dl 87 che sta polarizzando il mercato del lavoro, e facendo scivolare le fasce più deboli verso rapporti meno tutelanti. Sono mesi che Inps segnala una ripresa di lavori e lavoretti.
I nodi storici del mercato del lavoro
In questo quadro, vanno affrontati i nodi storici del mercato del lavoro. Occorre puntare su misure per la crescita. Va varato un piano per inserire giovani, fatte decollare le politiche attive, ed é necessario rivedere gli strumenti di sostegno al reddito per non lasciare senza tutele, in una fase di transizione così delicata, i lavoratori senior.