Una buona azione. Un sorriso. Gesti che non richiedono sforzi, ma che possono fare la differenza: per ricordarne l’importanza, il 13 novembre si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza. Nata nel 1998 dal World Kindness Movement, viene festeggiata in diversi Paesi come Stati Uniti, Canada, Emirati Arabi, Giappone e Australia, dove è stata istituita anche all’interno del calendario scolastico nazionale. Una tendenza che ha trovato da subito grande riscontro anche sui social e che ha incassato il favore di star come The Rock e Keanu Reeves, che hanno postato contenuti dove sottolineano l’importanza della gentilezza nella vita di tutti i giorni, facendolo diventare un trend mondiale con oltre 253mila menzioni dell’hashtag #worldkindnessday. Non solo The Rock e la star di Matrix, però: la rivista britannica Hello! ha stilato la Kind List, elenco delle celebrità che si sono fatte notare per i loro atti di gentilezza nei confronti della comunità e dell’ambiente e nella quale si leggono, tra gli altri, i nomi di Elton John, Lady Gaga, Jennifer Aniston, Emma Stone. Ma la gentilezza non fa bene soltanto ai più famosi: recenti studi confermano come aiuti a rafforzare le relazioni sociali creando diffuso benessere. In particolare, una ricerca dell’American Psychological Association realizzata all’inizio del 2021 ha dimostrato che chi è gentile tende ad avere un benessere personale maggiore, un impatto significativo a livello sociale, una maggiore autostima e a credere di più nelle proprie capacità. Un discorso che vale anche nei confronti della natura: all’interno della pubblicazione “Biologia della Gentilezza” datata 2020, si citano diverse ricerche che sottolineano l’importanza di essere gentili nei confronti della natura e del suo potere benefico e curativo. Ma in che modo il concetto di gentilezza nei confronti dell’ambiente viene applicato nei consumi di tutti giorni? Acquistando prodotti locali a km 0, incentivando l’economia circolare, cercando quando è possibile di evitare di spostarsi in auto e anche cenando a lume di candela. È quanto emerge dall’approfondimento condotto su testate internazionali da Espresso Communication per DressYouCan, la startup milanese leader nel fashion renting, che ha raccolto le opinioni di un panel di docenti universitari per comprendere al meglio questa nuova tendenza. La gentilezza nei confronti del Pianeta inizia già quando ci si veste: “Noleggiare un abito invece di acquistarlo rappresenta un gesto di gentilezza nei confronti del Pianeta – racconta Caterina Maestro, fondatrice della startup milanese DressYouCan – negli ultimi anni le modalità di consumo sono cambiate: riflettiamo non solo su cosa consumare, ma se davvero vale la pena acquistare un determinato capo di abbigliamento. Il fashion renting minimizza la quantità di rifiuti e gas serra prodotti dall’intera filiera, riducendo allo stesso tempo l’inquinamento da trattamenti chimici. È un nuovo modello di business innovativo e in forte crescita: è il futuro”.
Moda e sostenibilità sono stati tema di discussione all’annuale conferenza ONU sul clima: secondo il programma per l’ambiente delle Nazioni Unite, il settore è responsabile del 10% delle emissioni dei gas serra. Inoltre, circa il 60% di tutti i materiali utilizzati dall’industria sono realizzati in plastica e ogni secondo un container pieno di vestiti viene gettato in discarica o incenerito. Tuttavia, il settore dell’abbigliamento è uno di quelli più interessati dalla recente svolta green: la necessità di un modello di business più sostenibile ha aperto nuovi mercati mentre la pandemia ha causato un calo della domanda come spiega Maura Franchi, docente di sociologia dei consumi all’Università di Parma: “I consumatori hanno riflettuto sull’eccesso di capi presenti nel guardaroba con un conseguente rigetto verso lo spreco nei modelli di acquisto passati. Gli stilisti hanno sempre considerato l’esperienza di acquisto in negozi prestigiosi come il punto decisivo del processo di vendita, ma ad un certo punto questo non è stato più possibile: è chiaro che il Covid-19 ha accelerato la generazione di nuovi modelli di approccio al quotidiano ai quali ci stiamo lentamente adattando”. La pandemia ha accentuato questa sensibilità nelle persone, sempre più attente ad assumere uno stile di vita all’insegna della responsabilità ambientale: sono nate diverse startup che permettono di contribuire al benessere del pianeta piantando un albero oppure adottando un alveare; si sta riscoprendo quanto possono essere scenografiche le candele in occasione di una cena romantica o di un concerto acustico; sui social sono diffusi i tutorial per dare nuova vita agli oggetti che non utilizziamo più; sono in aumento i mercatini con prodotti biologici a km 0 che permettono di riscoprire i sapori genuini conoscendo di persona gli imprenditori locali. “Nel consumo sostenibile l’agire individuale e sociale ha per causa e per finalità la vita stessa in tutte le sue manifestazioni. Il consumo sostenibile è prima di tutto un atto che tenta di sottrarsi alla logica psico-economica delle cosiddette ‘preferenze’ ma che tende ad orientarsi maggiormente ai ‘bisogni’ che sono più ampi, meno individualizzati e hanno una struttura collettiva” afferma Dario Padovan, professore associato di sociologia generale presso il Dipartimento di Cultura, Politica e Società, Università degli Studi di Torino. Le nuove pratiche di consumo responsabile indicano, quindi, come sia prominente la dimensione della sostenibilità facendo tornare al centro il benessere della persona e l’attenzione alla fragilità e alla scarsità delle risorse del pianeta: “Le ricerche effettuate in questi mesi evidenziano come siano in aumento i consumatori disposti a pagare di più per cibi più sani e per prodotti che hanno un impatto ambientale inferiore – spiega Ariela Mortara, docente di Sociologia dei consumi presso l’Università IULM di Milano –Sono varie le motivazioni: possono essere di natura ‘politica’ o ‘opportunistica’. Infine, vanno a riguardare una dimensione di approvazione sociale in queste pratiche di consumo che talvolta sconfina in un effetto ‘moda”.
Ma in che modo è possibile essere gentili e fare qualcosa di concreto nei confronti del Pianeta? Ecco 10 gesti da mettere in pratica:
- Pianta un albero: sporcarsi le mani di terra e rafforzare il ciclo naturale. L’albero produce ossigeno e pulisce l’aria: è, semplicemente, vita;
- Cammina, cammina, cammina: passo dopo passo si riducono i problemi articolari, polmonari e cardiaci oltre a non immettere altra CO2 nell’ambiente;
- Adotta un alveare: con un semplice gesto sarà possibile salvaguardare le api che contribuiscono alla biodiversità del pianeta e a incrementare la produzione di miele;
- Noleggia, non acquistare: una pratica sempre più sostenibile sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista ambientale. Il fashion renting è la nuova tendenza dell’abbigliamento;
- Educa alla gentilezza: ogni giorno è quello buono per imparare come trattare meglio il nostro pianeta. Il cambiamento parte dai gesti di tutti i giorni;
- Ridurre, riusare, riciclare e donare: ridurre i consumi, riutilizzare gli oggetti, riciclarli nel modo corretto o donarli a chi ne ha più bisogno. L’economia circolare deve diventare un’abitudine;
- Riscopri le candele: limitare l’uso della luce artificiale riscoprendo la bellezza delle candele. La loro luce terapeutica creerà un’atmosfera magica ideale non solo per una cena romantica;
- Mangia a chilometro 0: la spesa local fa bene all’ambiente e consente di conoscere gli imprenditori locali permettendo un contatto diretto con la loro natura;
- Aiuta gli animali in difficoltà: la gentilezza non si deve limitare alle persone. Con piccoli gesti è possibile aiutare gli enti che soccorrono gli animali in difficoltà;
- Tieni un diario sulla gentilezza: un ottimo modo per riconoscere e sentirsi grati per le azioni gentili degli altri, oltre che per le nostre.