Dal disastrato mercato dell’auto italiano arriva il terzo segnale positivo consecutivo. In ottobre 2022 sono state immatricolate 115.827 autovetture con una crescita del 14,56% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La crescita di ottobre segue quelle di settembre (+5,4%) e di agosto (+9,9%), che era stato il primo mese a chiudere in positivo dopo tredici cali consecutivi.
Secondo il Centro Studi Promotor la situazione del mercato dell’auto resta comunque molto preoccupante. Nonostante i tre incrementi degli ultimi mesi il bilancio del periodo gennaio-ottobre chiude con 1.091.894 immatricolazioni e quindi con un calo del 13,81% sullo stesso periodo del 2021 e del 32,8% sullo stesso periodo del 2019, cioè l’anno che ha preceduto la pandemia. Se la serie positiva dovesse continuare anche in novembre e in dicembre, il 2022 potrebbe chiudere con 1.300.000 immatricolazioni.
Il parere del presidente del Centro Studi Promotor
<<Un livello inferiore del 10,8% a quello del 2021 e del 32,2% a quello del 2019, un livello – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – assolutamente insufficiente per soddisfare la domanda di sostituzione del parco circolante italiano che sfiora i 40 milioni di autovetture, che è tra i più vecchi d’Europa e che nel 2022 è ulteriormente invecchiato anche per lo scarso interesse che il pubblico ha dimostrato per gli incentivi all’acquisto di auto elettriche o con emissioni molto contenute>>.
Il mercato italiano dell’auto ha toccato i livelli bassissimi indicati per il prodursi di una tempesta perfetta che ha colpito sia la domanda per gli effetti della pandemia e degli eventi negativi che l’hanno seguita, sia l’offerta che è stata fortemente penalizzata dalle difficoltà di reperimento di componenti essenziali per la costruzione di automobili come i microchip ed altri dispositivi e materiali.
Quali sono le cause
Ci si interroga sulle cause che hanno determinato l’andamento in crescita degli ultimi tre mesi e sulla possibilità che si stia delineando una inversione di tendenza. Per quanto riguarda le cause dei recenti recuperi l’ipotesi più accreditata è che vi sia stato un allentarsi delle tensioni dal punto di vista dell’offerta con una migliore capacità delle case automobilistiche di soddisfare la domanda, che, pur essendo depressa, è da tempo superiore alle attuali possibilità di fornitura dei produttori di auto con effetti fortemente negativi anche sulla sostituzione delle autovetture più vecchie, come risulta dal forte calo registrato nelle rottamazioni di auto a fine vita.
Più difficile è stabilire se i tre segnali positivi di agosto, settembre ed ottobre rappresentino una inversione di tendenza che possa consentire al mercato dell’auto di ritornare in tempi ragionevoli su livelli normali. Per ottenere questo risultato occorrerebbe superare anche i fattori che frenano la domanda e che sono invece tuttora ben presenti nello scenario italiano ed internazionale.
Foto di apertura: di S. Hermann / F. Richter da Pixabay