Gli animali sono stati rinvenuti galleggianti e privi di vita con i carapaci lesionati e ferite. Probabili vittime delle reti fantasma, abbandonate nei mari e responsabili della morte di moltissimi animali.
Una scena a cui nessuno avrebbe mai voluto assistere.
Martedì scorso, l’Agenzia federale messicana per la tutela ambientale ha annunciato che più di 300 tartarughe marine della specie Lepidochelys olivacea, comunemente nota come tartaruga bastarda olivacea, erano morte apparentemente dopo essere rimaste impigliate in una rete da pesca. Gli animali galleggiavano privi di vita al largo della costa meridionale dello stato di Oaxaca, con i carapaci lesionati da una settimana e più di esposizione al sole.
La notizia arriva a pochi giorni da un’altra moria di massa scoperta nello stato messicano del Chiapas, circa 160 chilometri a Est, dove 113 tartarughe marine, per la maggior parte della stessa specie Lepidochelys olivacea, sono state ritrovate spiaggiate prive di vita. In questo caso non è chiaro cosa abbia ucciso le tartarughe, ma alcune riportavano ferite coerenti con quelle causate da ami e reti da pesca.
Bryan Wallace, un biologo marino che studia le tartarughe da quasi 20 anni, pur in assenza di alcuni dettagli del caso, sostiene che le tartarughe marine di Oaxaca possono essere state vittime delle cosiddette “ghost net”, le “reti fantasma” perse o abbandonate intenzionalmente in mare dai pescatori. Gli animali uccisi accidentalmente da queste reti, magari nella ricerca di altre specie bersaglio, fanno parte delle catture accessorie, il fenomeno del bycatch, un enorme problema a livello mondiale.
Le reti fantasma sono “attrezzature da pesca che sono state perse dal proprietario e/o non recuperate per una serie di motivi”, afferma Wallace, che opera come ricercatore senior nella organizzazione no profit Conservation Science Partners Inc.
Il grave problema costituito dalle reti fantasma è che continuano a catturare pesci e altri animali selvatici mentre vagano per gli oceani. E mentre quegli animali muoiono, possono attirare altre potenziali vittime: predatori e spazzini dei mari che restano a loro volta intrappolati. Forse le stesse tartarughe marine si erano avvicinate troppo perché cercavano un pasto facile.
“Per aver catturato così tante tartarughe vuol dire che la rete era attiva da un bel po’, anche in base al livello di decomposizione evidente in molti degli animali”, afferma Wallace.
Le tartarughe bastarde olivacee sono considerate specie “minacciata” dal U.S. Fish and Wildlife Service, mentre la popolazione riproduttiva in Messico rientra nella categoria delle specie a rischio di estinzione.
In declino a livello mondiale, questa specie ha lo status di “vulnerabile” nella Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura.
Qualche buona notizia
Grazie alle rigide normative messe in atto nel lontano 1986 dal Messico, e da altri stati dove sono distribuite, le tartarughe marine Lepidochelys olivacea sono “più in salute” di molte loro cugine.
“Le bastarde olivacee sono di gran lunga le specie più numerosa nella regione”, afferma Wallace.
In effetti, la costa sud-occidentale del Messico ospita alcune delle più grandi colonie al mondo di questa specie. Wallace sostiene che si possano trovare centinaia, migliaia o addirittura decine di migliaia di femmine nidificanti nel corso di un anno. È possibile che le tartarughe morte a Oaxaca fossero in viaggio verso queste stesse spiagge.
“Quindi, dal punto di vista numerico, questo incidente non innescherà un collasso della popolazione”, afferma Wallace. “Naturalmente agisce però come un campanello d’allarme“.
(National Geographic)