Dove tipicamente si trova il ghiaccio più spesso e antico della Groenlandia quest’anno si è aperta una “polinia”, ovvero superficie di acqua circondata da ghiacci. Ciò influisce profondamente sull’habitat sia locale che globale.
( Le Scienze) Quest’anno l‘estensione minima del ghiaccio marino artico – raggiunta il 19 settembre e il 23 settembre – è stata di 4,59 milioni di chilometri quadrati: ben al di sopra del minimo assoluto di 3,41 milioni di chilometri quadrati del 2012, ma comunque 1,63 milioni di chilometri quadrati al di sotto della media delle estensioni minime annuali 1981-2010. Con valori sostanzialmente uguali a quelli del 2008 e del 2010, quella del 2018 è quindi la sesta estensione minima estiva più bassa mai registrata da quando sono disponibili le rilevazioni satellitari.
A darne la notizia sono la NASA e il NSIDC (National Snow and Ice Data Center) dell’Università del Colorado a Boulder. Quest’estate, le condizioni meteorologiche nell’Artico hanno portato a situazioni contrastanti; in alcune aree in cui ci sono state temperature più calde della media, accompagnate da un rapido scioglimento dei ghiacci, mentre altre sono rimaste più fresche del normale, assicurando la persistenza del ghiaccio marino.
Complessivamente i dati confermano la tendenza alla riduzione dei ghiacci artici marini, la cui estensione, a partire dalla fine degli anni settanta, si è ridotta in media di circa 54.000 chilometri quadrati all’anno, una superficie equivalente a quelle di Piemonte, Liguria e Lombardia messe insieme.
Quest’anno si è manifestato anche un fenomeno anomalo, che preoccupa i ricercatori: si è aperta una polinia (una superficie di acqua circondata dai ghiacci) in un’area ghiacciata a nord della Groenlandia dove tipicamente si trova il ghiaccio marino più antico e più spesso dell’Artico.
“Questa apertura è importante per diversi motivi”, ha detto Melinda Webster, ricercatrice al Goddard Space Flight Center della NASAche segue le rilevazioni satellitari sull’Artico. “L’acqua appena esposta assorbe la luce del Sole più del ghiaccio e riscalda l’oceano, e questo influisce sulla velocità con cui il ghiaccio marino crescerà nell’autunno successivo. Inoltre colpisce anche l’ecosistema locale; per esempio, ha un impatto sulle popolazioni di foche e orsi polari che si affidano ai ghiacci marini più spessi e coperti di neve sia per le tane in cui rifugiarsi sia per la caccia.”
Monitorare la copertura di ghiaccio del mar glaciale Artico è importante perché la sua riduzione può influenzare i modelli meteorologici del pianeta e la circolazione degli oceani.