Era il 1661 quando in un libro venne scritto a Londra, non respiriamo più c’è una densa foschia impura accompagnata da vapori fetidi e fuligginose che guastano i polmoni, creano catarro, tosse e tisi fanno strage, uccidono.
A causare la densa foschia era quello che oggi viene chiamato smog, all’epoca causato dalle emissioni dei fumi del fuoco alimentato dal carbone nelle abitazioni londinesi. Londra era metropoli più popolosa del mondo, e per 300 anni i londinesi continuarono a riscaldare le loro abitazioni e luoghi di lavoro alimentando le stufe, e poi il riscaldamento a carbone.
Sono celebri le nebbie di Londra, utilizzate per descrivere numerosi libri gialli ambientati nella capitale inglese.
Con l’avvento dell’energia elettrica, questa veniva inizialmente prodotta bruciando carbone. Il carbone col progresso venne utilizzato ovunque, per alimentare motori delle locomotive dei primi treni, dei piroscafi che solcavano il Tamigi.
La nebbia invernale di Londra era in impenetrabile, ma puzzolente. Eppure, i londinesi si vantavano di questa nebbia tipica della loro città, nebbia evidentemente favorita a quei tempi anche da un clima diverso rispetto a quella attuale, generalmente più freddo.
La nebbia in certe giornate era così densa che riduceva la visibilità ad appena 1 metro. Si narra che due persone vicine quasi non si vedevano tra loro.
Le botteghe accendevano la luce per illuminare anche di giorno tanto era l’oscurità causata dal cielo plumbeo.
La nebbia era ideale alleata di criminali. Ma già lei, chiamata nebbia impropriamente, era assassina, in quanto la letalità causata dall’inquinamento era considerevole, ma all’epoca non si faceva tanto caso a questo. I londinesi erano abituati alle numerose vittime provocate dalle malattie dell’apparato respiratorio. Scienziati, comunque avevano individuato le cause dell’area putrida di Londra, ma gli strumenti per debellare l’origine non c’erano.
Con i secoli Londra divenne sempre più estesa, sempre più ricca, più esigente, ma soprattutto più popolata. Divenne una città industriale. L’utilizzo di carbone per produrre energia, per riscaldare le case determinava nebbioni sempre più densi. Le famiglie più agiate e quelle nobili cominciarono a popolare il fuori Londra, dove l’aria era decisamente più limpida. In città abitavano soprattutto coloro che vi dovevano lavorare.
Dei nebbioni micidiali di Londra ci sarebbe parecchio da descrivere. E solo attorno agli anni ‘50 dello scorso secolo la nebbia divenne un’emergenza, quando nel gennaio 1956, alcune giornate nebbiose determinarono la morte di svariate migliaia di persone. Un fenomeno che si era già visto negli anni precedenti, ma mai così imponente.
Londra aveva già circa 8 milioni e mezzo di abitanti.
Seppur già dalla fine del 1800 c’erano state dei personaggi di potere, oltre che medici, a sostenere che la causa di così le tante vittime per malattie respiratorie era inquinamento, sollecitando le autorità a incentivare l’utilizzo del gas al posto del carbone, nulla si risolvette.
Ci sono varie metafore racconti in merito nebbioni di Londra, quello forse più assurdo fu quello di un aereo dell’Air France atterrato a Londra nell’aeroporto di Heathrow, che una volta atterrato nella pista non riuscì a raggiungere l’hangar dove far scendere i passeggeri. E passeggeri non erano in grado di raggiungere gli edifici dell’aeroporto.
Dovettero uscire cinque squadre di addetti aeroportuali per cercare il velivolo e portarlo in sicurezza.
L’eclatante evento nebbioso del 5-9 dicembre 1952 fu determinante per un cambio di rotta dell’inquinamento a Londra. Si contarono molte migliaia di vittime. Le prime stime parlarono di 6000 morti causati dallo smog in cui quattro giorni di nebbia. Ma analisi successive portarono sino a stime di oltre 20.000 le vittime provocate da quattro giorni di nebbia e a ben 100.000 le persone che si ammalarono a causa di quattro giorni di smog. Un inquinamento molto differente rispetto al passato, causato anche dalle acciaierie attorno a Londra, oltre che una miriade di fabbriche. Londra non era più quella città del 1600 descritta prima, era una città moderna per quei tempi.
Con la consapevolezza del grave pericolo, e soprattutto le proteste a gran voce attraverso i giornali, che le autorità adottarono decisioni drastiche, messe in pratica con gli anni. A Londra furono introdotte delle misure indirizzate al radicale cambiamento di abitudini nell’utilizzo dei combustibili.
La grande metropoli europea fu ripulita dalla nebbia che uccide, di uno smog oggi intollerabile secondo i nostri standard. Smog così letale e denso, probabilmente neppure presente ai giorni d’oggi neppure in quelle città dell’Asia di cui nel semestre freddo sentiamo parlare.
Londra è divenuta una città che ha pochi giorni all’anno di nebbia. La nebbia a Londra quasi non c’è più. Tuttavia, l’inquinamento continua a essere molto alto, ma procurato da vari gas che causano altri danni all’ambiente e agli esseri viventi.
La nebbia di Londra ci ricorda quella della Valpadana, tanto amata dalle popolazioni locali, un po’ come londinesi, un tempo era fittissima e frequente, e faceva parte quasi della coreografia naturale. Era la tipica veste del semestre freddo. Quella nebbia anche di non c’è più.
Probabilmente, le cause del nebbione padano, descritto come impenetrabile, erano le medesime di Londra. Ma avremo modo di parlare anche della nebbia della Val Padana, della sua origine e trasformazione.
Attualmente, ci sono vari studi che correlano i picchi di smog con la diffusione della pandemia.