…ma per difenderli. Incredibile uscita del già pupillo di Craxi al TG2 e poi di Berlusconi (12 anni al TG5), che invoca addirittura lo Stato di diritto per i Benetton, compagni di merende di Oliviero Toscani, disturbante e costante presenza a La7
“Già poche ore dopo la tragedia del porto di Genova -scrive Liberoquotidiano.it- da parte del governo è partita l’offensiva contro i concessionari di Autostrade per l’Italia, accusati di non essere intervenuti per tempo con i lavori di manutenzione. Attacchi diretti proseguiti il giorno dopo da parte di Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che dopo il ministro Danilo Toninelli, hanno ipotizzato il ritiro della concessione per il gruppo dei Benetton”.
Di Maio ha ricordato con giusto sdegno come Autostrade sia il terminale di una serie di scatole cinesi che fa capo a una finanziaria con sede in Lussemburgo, paradiso fiscale legalizzato dall’Unione europea. E, casualmente, patria di quel sobrio amicone dell’Italia di Juncker.
Ma il direttore del TgLa7 e paladino dei giornalisti precari (a proposito: che fine ha fatto quel progettino di assunzioni regolari di truppe di giovani talenti , finanziato da chi è proibito sapere, pena l’investitura a “coglione”?), Enrico Mentana, si appella al premier Giuseppe Conte perché riporti la calma: “In uno stato di diritto di fronte a una sciagura si accertano le cause, si verificano le responsabilità civili e penali, si agisce in giustizia e poi si prendono le decisioni conseguenti. Il premier Conte è uomo di legge, spero che riaffermi la grammatica della democrazia”.
Meno male che qualcuno prende le difese dei poveri benefattori veneti (pardon, della finanziaria lussemburghese con nome di fantasia), che dalle tariffe spropositate di Autostrade incassano tre volte più di quel che investono in sicurezza e manutenzione.
Da Craxi a Berlusconi ai Benetton: lo spirito ideale e la fedeltà al potente di turno -che possibilmente sia anche suo sponsor- di Mentana, da 35 anni in qua non sono cambiati.