“Estendere incentivi e aiuti anche ad altre attività afferenti quella del settore pirotecnico per salvare migliaia di posti di lavoro e imprese sull’orlo del fallimento”. A chiederlo, in una lettera indirizzata al premier Conte, al ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e al ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, è l’Associazione Pirotecnica Italiana (Ass.P.I.).
“Nell’apprezzare l’ulteriore misura messa in atto dal Governo, con il “Decreto Ristori”, a sostegno dei settori che sono stati direttamente pregiudicati dalle restrizioni introdotte dai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, in riferimento al Titolo I (Sostegno alle imprese e all’economia) ed in particolare alla tabella dell’Allegato 1 dove sono riportati i codici ATECO delle attività a cui sarà riconosciuto un contributo a fondo perduto, segnala che il settore pirotecnico, individuato nella suddetta tabella dell’Allegato 1 unicamente con il codice ATECO 93.29.90, comprende anche altri codici ATECO con cui operano gran parte dei soggetti di questo settore fortemente penalizzato sin dall’inizio della pandemia con un abbattimento quasi totale del fatturato registrato perché direttamente collegato a manifestazioni ed eventi pubblici e feste private”.
“Il settore pirotecnico in Italia -spiega il presidente di Ass.P.i. Nobile Viviano – conta circa duemila imprese con diecimila lavoratori e un fatturato annuo di 600 milioni di euro. Il lockdown della scorsa primavera e le norme stringenti in materia di feste ed eventi pubblici hanno fortemente penalizzato il settore che ha segnato perdite economiche fino ad azzerare completamente il fatturato. Il Decreto ristori potrebbe aiutare, seppur minimamente, le aziende del settore che però nel provvedimento governativo erroneamente è stato individuato con un solo codice Ateco ignorando completamente gli altri tre 467502 commercio all’ingrosso, 476500 commercio al dettaglio e 205102 fabbricazione che comprendono la maggior parte delle aziende di settore”.
“L’art.1 punto 2 del decreto ristori prevede che, con un atto del ministro dello sviluppo economico di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze, è possibile una successiva integrazione dei codici Ateco non indicati nella prima stesura, quindi, la possibilità di inserimento esiste, voglio augurarmi che segua anche la volontà politica a farlo considerando anche l’urgenza del caso”, conclude il presidente di AssPI.