Un tavolo può diventare il controller per l’illuminazione, una parete il termostato touch per regolare la temperatura. Si chiama HyperSurfaces la geniale invenzione del 35enne vicentino Bruno Zamborlin che rivoluziona l’interazione tra uomo e oggetti
Trasformare la superficie di un qualsiasi oggetto in un pannello di controllo che funzioni come il touch screen di uno smartphone. È il visionario obiettivo di Bruno Zamborlin, 35enne imprenditore di Lonigo, provincia di Vicenza, che dopo aver studiato intelligenza artificiale all’Ircam di Parigi e aver vinto un dottorato all’università Goldsmiths di Londra, si è stabilito nella capitale del Regno Unito per creare con il suo team di ricerca degli algoritmi di reti neurali in grado, attraverso dei sensori, di individuare e sfruttare le vibrazioni che ricevono gli oggetti fisici, convertendoli in comandi digitali.
La prima applicazione di questa tecnologia è stata la start-up Mogees, con cui Zamborlin aveva inventato e brevettato un sistema che consente di “suonare gli oggetti”, trasformandoli in strumenti musicali. Il sistema funziona attraverso un sensore, che può essere attaccato a qualunque tipo di oggetto (alberi, tavoli, attaccapanni, una porta…) e che riconosce le vibrazioni create quando ne percuoti la superficie, convertendole in un segnale musicale digitale. Lanciata nel 2013, quando Zamborlin aveva 30 anni, Mogees aveva raccolto circa 3 milioni di euro di investimenti privati, soprattutto tra business angels e diverse campagne di crowdfunding, per lo sviluppo della tecnologia che l’imprenditore e inventore italiano ha poi usato per la nascita del nuovo progetto.