Danni ingenti alle coltivazioni e alle persone. In Lombardia intende consentire la caccia collettiva al cinghiale (incluse la braccata e la girata, che prevedono l’uso di cani) anche nella giornata di sabato. E’ guerra?
alle giornate di
Sono le regioni del Nord Italia a dichiarare guerra al cinghiale. Il mammifero artiodattilo è diventato da anni un incubo per gli agricoltori della Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. La Lombardia vuole dare uno stop all’invasione di questi animali che stanno devastando il territorio. La presenza del cinghiale in alcune
zone della Lombardia sta generando danni ingenti alle coltivazioni e alle persone. Dobbiamo ampliare le possibilità di caccia a questa specie”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio
Rolfi che, in Giunta, ha presentato una delibera volta a
chiedere alla commissione consiliare competente di modificare il
regolamento regionale. Con la modifica all’art. 17 si intende consentire la caccia
collettiva al cinghiale (incluse la braccata e la girata, che
prevedono l’uso di cani) anche nella giornata di sabato, oltre
alle giornate di mercoledì e domenica, attualmente consentite in
zona Alpi per la caccia vagante alle specie stanziali. “Vogliamo contribuire a un più efficace contenimento dell’elevato numero di cinghiali che provocano ingenti danni
alle produzioni agroforestali e alla biodiversità, oltre a
creare problemi igienico-sanitari e a costituire pericolo per la
circolazione stradale. I cacciatori – ha concluso Rolfi – sono
attori fondamentali per la salvaguardia dell’ecosistema”. Dalla Marca Trevigiana il presidente della Codiretti zonale Fiorenzo Lorenzon precisa: “oltre ai danni sui campi ce li troviamo spesso sulle strade principali e particolarmente trafficate. In più occasioni hanno causato incidenti agli automobilisti”.
Foto sotto: cinghiali in città sempre più presenti (agi.it)