di Vincenzo Caccioppoli
Negli ultimi due mesi sono morte 4 persone in tre diversi incidenti in mare provocati da natanti che non rispettavano il codice nautico e in alcuni casi aggravati dallo stato di chiara alterazione da alcool di chi era alla guida come nel caso dei due tedeschi che sul Lago di Garda hanno ucciso una coppia di ragazzi in gita in barca. Occorrerebbe probabilmente una legislazione chiara, come è stato già fatto per l’omicidio stradale, le cui pene sono state fortemente inasprite, cosa che ha provocato un calo consistente di incidente e di morti sulle strade italiane. Per il codice del mare, invece, un simile Ddl che dovrebbe decretare lo stesso trattamento riservato agli automobilisti, giace in Senato, per i veti iincrociati delle forze politiche, da due anni. Abbiamo sentito l’estensore del DDL. Il senatore di Fdi Alberto Balboni.
Senatore Balboni gli ultimi casi di cronaca con i gravi incidenti sul Lago di Como e quello sul Lago di Garda di Giugno fanno tornare alla ribalta il problema della sicurezza in mare. Eppure un ddl in merito giace in Senato da due anni.
“Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, travolti da un motoscafo nelle acque del lago di Garda, sono gli ultimi di un lungo elenco di vittime. In Italia tutt’oggi manca una disciplina adeguata per prevenire simili incidenti in campo nautico ed ancora peggio a fronte di questi gravissimi reati sono previste pene irrisorie. Il mio disegno di legge sull’estensione della disciplina, e quindi anche delle pene, dell’omicidio stradale a quello nautico è fermo da oltre due anni in Commissione Giustizia. Mi chiedo ancora quanti morti dovremo piangere e contare prima che si prenda atto che è urgente intervenire? La politica non può rimanere a guardare, bisogna riconoscere che esiste un vuoto normativo e che va colmato al più presto. Perciò, riprendiamo subito l’esame del mio disegno di legge e variamo in tempi brevi una norma rigorosa che punisca l’omicidio nautico”.
Ma come mai siamo fermi da due anni?
“Perché i cinque stelle che erano d’accordo sul provvedimento, dopo la crisi hanno ben visto di andare contro al relatore della legge che è Giuseppe Cucca di Italia Viva e tutto si è impantanato in commissione giustizia del Senato. Venti giorni fa ho chiesto di istituire un comitato ristretto tra partiti per indirizzare gli emendamenti ed accelerare l’iter, sperando che poi si proceda per la via deliberante, cosi da rendere immediatamente esecutiva la legge.”
Ma perché quando si è fatta la legge sull’omicidio stradale non si è anche legiferato su quello nautico?
Nel 2016 quando il Parlamento approvò la legge sull’omicidio stradale, si scelse di stralciare la parte relativa alla nautica perché si ritenne più opportuno inserirla in un imminente riordino del codice della nautica da diporto che poi non vide la luce. Ed adesso sulla nautica siamo fermi alle leggi del 1930, mentre intanto i natanti che circolano in mare sono chiaramente aumentati in maniera esponenziale.
Quindi si crea un chiara distonia fra chi commette un reato alla guida e chi invece commette lo stesso reato in mare
Certo chi si macchia di reato di omicidio stradale può rischiare fino a 18 anni di galere, Chi commette lo stesso reato in mare se la cava con 6 mesi. E i pericoli in mare sono numerosissimi, ed io posso testimoniarlo perché come sub per ben tre volte ho rischiato la vita a cauda di chi guida in maniera scriteriata mezzi navali. Anche perché lei pensi che per chi guida imbarcazioni fino a 40 cv di potenza lo può fare anche se sprovvisto di patente nautica e quindi senza nessuna conoscenza delle regole del codice e senza avere la giusta preparazione alla guida di un natante. E’ una cosa davvero incredibile, considerando quante persone ogni estate noleggiano gommoni e barche, anche senza nessun titolo di guida per poterlo fare, e il risultato purtroppo è che incidenti come quello occorso sul Lago di Garda il 19 Giugno sono sempre più frequenti. E poi qui si tratta anche di un
rispetto dell’articolo 3 della Costituzione. Non si capisce, infatti, perché ci sia questo trattamento differente tra chi provoca incidenti mortali sulle strade e chi invece li commette in mare.”
Forse occorrerebbe anche un rafforzamento dei controlli in mare, proprio per scoraggiare comportamenti scorretti alla guida ed evitare incidenti.
Questo sicuramente è un altro problema, perché il controllo in mare spetta principalmente alla Guardia costiera, supportato dai corpi di polizia, carabinieri e guardia di Finanza. Ma è noto che tali corpi sono limitati da tagli di budget, che in alcuni casi porta a segnalazioni di carenze di carburante. Questo è un impegno che deve prendersi il Governo di potenziare e di dotare di mezzi sufficienti per il controllo in mare, soprattutto in periodi come quello estivo, quando chiaramente l’affluenza in mare è molto più elevata. Magari dotando anche i corpi di polizia di vigilanza in mare di laser per il controllo della velocità e rafforzando i controlli in prossimità della riva, dove spesso i natanti sfrecciano ad alta velocità mettendo in serio pericolo la vita di bagnanti e sub.