“Due anni sono trascorsi dalla tragica sparatoria avvenuta in questura, a Trieste, in cui hanno perso la vita Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Due anni dopo nulla è cambiato. Non è cambiato il dolore, sordo, cupo, per la perdita di due bravi poliziotti, quei ‘Figli delle stelle’ che tutta Italia ha imparato ad amare. Non è cambiata la rabbia, per un sistema che ancora non ha saputo dare risposte ai più seri problemi del Comparto. Non sono cambiati lo sconforto e la preoccupazione per i tanti colleghi che ogni giorno sfiorano la morte in ogni angolo d’Italia. Non è cambiato, soprattutto, il nostro senso di orgoglio e di gratitudine per due giovani uomini che hanno indossato con onore la loro divisa e che per questo sono morti”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia, nel secondo anniversario della morte di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta.
“Abbiamo sperato, pregato che da una tragedia simile, come altre prima di questa, potesse nascere una seria e concreta azione volta a scongiurare tanti pericoli evitabili. Eppure da tempo immemore aspettiamo senza risultati regole di ingaggio e protocolli operativi seri, mezzi, strumenti, aggiornamenti e dotazioni all’altezza, leggi chiare e severe e su una risposta dell’ordinamento che renda certa la pena, strumenti di tutela concreta per chi andando al lavoro si assume responsabilità e decisioni che nessun altro mai sosterrebbe. Nonostante i morti e feriti fra gli operatori in divisa, uno ogni tre ore e mezza, ancora non si ammette che la sicurezza è un investimento indispensabile, ma ha un costo che deve essere sostenuto. La specificità del lavoro di chi fa sicurezza sembra poco più che una barzelletta per chi prende decisioni per il Paese, tant’è che nonostante le nostre numerose richieste ancora aspettiamo di essere ascoltati dal presidente del Consiglio”.