Pubblicato il: 15/11/2019 11:25
Un italiano su tre dichiara di seguire nel quotidiano la dieta mediterranea e un italiano su due almeno ‘parzialmente’. Un regime alimentare che per il 64% degli italiani si rivela un prezioso alleato nella prevenzione/riduzione dello spreco alimentare. Alla vigilia dell’anniversario, il 16 novembre, dell’iscrizione della Dieta mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco arrivano i dati Waste Watcher sull’alimentazione e lo stile di vita.
Ad annunciare il nuovo monitoraggio dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e della campagna Spreco Zero. I dati Waste Watcher 2019 (novembre 2019) dicono che “la Dieta Mediterranea si conferma saldamente patrimonio nazionale, visto che 1 italiano su 3 (33%) dichiara di praticarla nel quotidiano e 1 italiano su 2 (52%) almeno ‘parzialmente’, per un totale di un 85% di cittadini che hanno presente il significato del ‘mangiare mediterraneo’ e improntano, del tutto o in parte, la loro alimentazione ai parametri di questa dieta”.
Ma cosa si intende, esattamente, per ‘Dieta Mediterranea’? “La complessità di sfumature e significati esplicitati dall’Unesco in relazione alla Dieta Mediterranea sembrano accessibili agli italiani – osserva ancora Segrè – Se 1 italiano su 2 (53%) la definisce un ‘regime alimentare’, il 41% riconosce molteplici valenze come le ‘tradizioni alimentari legate ai popoli mediterranei che si affacciano sul Mediterraneo’ (19%), uno stile di vita che include la convivialità e l’attività fisica (17%), un insieme di valori insiti nel riconoscimento Unesco di Patrimonio Immateriale dell’Umanità (5%)”.
“Aspetto decisamente rilevante per il monitoraggio sull’evoluzione delle abitudini alimentari degli italiani – commenta Segrè – è quello legato alle scelte nutrizionali: i dati Waste Watcher evidenziano che 1 italiano su 3 (29%) ha ridotto il consumo di carne, mentre il 39% dei cittadini ha aumentato il consumo di verdura e legumi o abbracciato le regole del regime nutrizionale Mediterraneo”.
La Dieta Mediterranea si dimostra anche un prezioso alleato nella prevenzione/riduzione dello spreco alimentare secondo il 64% degli italiani: aiuta a ridurre del tutto gli sprechi per il 26% e parzialmente secondo il 38% dei cittadini.
“Del resto – conclude Segrè – i nostri studi dimostrano che il modello agro-nutrizionale mediterraneo ha un impatto ambientale assai ridotto: il consumo di acqua è pari a 1.700 metri cubi pro capite rispetto ai 2.700 del modello anglosassone, il che dimostra la sostenibilità della Dieta Mediterranea, sia dal punto vista della produzione che del consumo”.
Adnkronos.