“I teloni che coprono i vigneti svolgono una funzione fondamentale: proteggono le piante e sono utili al processo di sviluppo dell’uva. Diffidiamo chi ne criminalizza l’uso e prende di mira gli agricoltori: così facendo non si fa un buon servizio né all’agricoltura né all’ambiente”. E’ Raffaele Carrabba, presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, a intervenire su una polemica che, negli ultimi giorni, si è incentrata sull’uso dei teloni a copertura dei vigneti per l’uva da tavola.
“La questione va posta senza colpevolizzare né i produttori né uno strumento che, in quanto tale, deve essere utilizzato nel modo migliore e poi smaltito seguendo i dettami della normativa”, ha aggiunto Sergio Curci, responsabile GIE Ortofrutta di CIA Puglia.
Proprio sullo smaltimento, CIA Agricoltori Italiani della Puglia, grazie al fattivo interessamento da parte dell’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia e del presidente della quarta Commissione Francesco Paolicelli, ha recentemente espresso il proprio favore verso un’iniziativa che metta nelle condizioni gli agricoltori di smaltire il materiale utilizzato nei campi a costi e con modalità più sostenibili, soprattutto attraverso accordi con i consorzi delle aziende di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
“Per la sostenibilità ambientale in agricoltura, questo è un tema cruciale”, ha spiegato Carrabba. “Colpevolizzare e stigmatizzare non serve a un bel niente, se poi il problema non viene affrontato e risolto con soluzioni più avanzate e concrete. La ricerca sta facendo importanti passi in avanti, l’auspicio è che anche per i teloni utilizzati sui vigneti possano essere utilizzabili a prezzi più abbordabili dei materiali ecocompatibili”.
PUGLIA REGINA DELL’UVA DA TAVOLA. La Puglia è la prima regione italiana per numero di aziende, quantità e qualità della produzione di uva da tavola. Il dato complessivo regionale si attesta su una superficie di 25.085 ettari utilizzati e una produzione di 6.400.000 quintali.
La provincia di Bari, da sola, registra 10.750 ettari utilizzati e una produzione annuale pari a 2.332.000 quintali. “Non sono soltanto numeri di eccezionale rilievo”, ha dichiarato Sergio Curci, “ma si tratta soprattutto di reddito per migliaia di lavoratrici e di lavoratori, posti di lavoro, un’economia di filiera che è motore trainante del nostro export. Stiamo parlando di una ‘industria a cielo aperto’ che dà da mangiare più dell’Ilva. Allora è chiaro che, anche in questo caso, occorre attivarsi a tutti i livelli per sostenerla, non per prenderla di mira come se tutto l’inquinamento del mondo dipendesse dai teloni che proteggono i vigneti. E’ un problema, e noi lo sappiamo, ma come tale va affrontato e risolto. Senza criminalizzare un intero settore e l’utilizzo di una tecnica, quella dei teloni, che ha determinato una svolta fondamentale per proteggere la produzione e anche per regolarne i tempi, così da riuscire a rispondere alle esigenze del mercato”, ha concluso Sergio Curci.