Il direttore generale Mariotti: «Il Piano nazionale di rilancio deve essere corale e aperto ai contributi delle parti sociali»
di M.Se.
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La ripresa è difficile e occorre dunque puntare tutto sulla produttività. Il Dl semplificazioni è un utile strumento ma occorre che il Parlamento lo rafforzi. Il Piano nazionale di rilancio deve essere corale e aperto ai contributi delle parti sociali. Infine il recovery plan sul quale l’Europa è stata all’altezza. Questi i messaggi chiave del direttore generale di Confindustria Francesca Mariotti durante l’audizione alle commissioni Lavori pubblici e Affari costituzionali del Senato sul Dl semplificazioni.
Dl semplificazioni utile ma va migliorato
Il decreto Semplificazioni è «un primo tassello utile, ancorchè migliorabile, di un necessario percorso di adeguamento graduale del nostro Paese ai livelli di efficienza amministrativa dei suoi principali competitor» è la valutazione espressa dal direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti. Confindustria, pur valutando molti aspetti positivi, ha proposto alcune modifiche in tema di contratti pubblici e appalti chiedendo di «differenziare l’articolazione delle soglia per l’affidamento diretto tra i vari comparti» e anche di aumentare la soglia di 5.000 euro stabilita per quantificare come grave violazione il mancato pagamento di tasse e contributi che esclude dalle gare gli operatori.
Ripresa difficile, puntare su recupero produttività
«Le elaborazioni del nostro Centro Studi (Csc) confermano che in Italia la ripartenza economica è difficile e che il contesto permane fragile, sia per l’industria che per i servizi. Il problema è la domanda, che resta bassa, per vari beni e servizi. La produzione industriale è scesa del 18,9% in giugno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dopo il -29,1% registrato a maggio, e rimane del 16,9% sotto ai livelli pre-Covid» ha rimarcato Mariotti sottolineando che «una risalita dell’attività economica è stata avviata a fatica a maggio e giugno, tuttavia è parziale e i rischi che si affievolisca sono elevati. Questa situazione richiede di definire una nuova strategia di policy, anche a livello sovranazionale, basata su azioni efficaci, tempi certi di attuazione e interventi incisivi, capaci di invertire il ciclo recessivo e, allo stesso tempo, di traguardare gli obiettivi di crescita sostenibile previsti dal Green New Deal europeo, attraverso la transizione energetica, ecologica e digitale. Ciò è possibile solo puntando su un recupero della produttività».
Il Piano per il rilancio sia aperto ai contributi delle forze sociali
Confindustria si augura inoltre che la predisposizione e l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, propedeutico all’accesso ai fondi europei di “Next Generation EU”, sia il frutto di un «lavoro corale, aperto al contributo delle rappresentanze economico-sociali che, proprio durante la fase acuta dell’emergenza, hanno svolto un ruolo importante di mediazione tra le istanze delle “basi” rappresentate e l’interesse generale». Quanto all’esito del Consiglio europeo sul Recovery Plan, «rappresenta un buon risultato, frutto anche della paziente mediazione del nostro Governo e conferma che l’Europa è stata, in questo frangente, all’altezza della sua storia e della sua missione. Ora occorre predisporre al più presto piani d’impiego delle risorse europee che siano seri e credibili, volti al rilancio dell’economia, dell’impresa e del lavoro. Gli obiettivi, i tempi e le risorse vanno stimati ex ante con precisione, puntando alla crescita degli investimenti ed evitando, al tempo stesso, un aumento della spesa pubblica corrente». «L’auspicio – conclude Mariotti – è che si tratti di una strategia che non si limiti all’approvazione di nuovi pacchetti normativi, ma che comprenda anche un’adeguata attenzione all’enforcement e al monitoraggio dei risultati attesi. Infatti, la scarsa capacità amministrativa resta uno dei principali freni in tema di programmazione, pianificazione e accelerazione degli interventi e degli investimenti pubblici».