ROMA – Luci e ombre sulla mobilità elettrificata in California. A gettare qualche dubbio sulla transizione elettrica nella patria della Tesla è un recente studio dalla University of California a cura dei ricercatori Scott Hardman e Gil Tal, pubblicato dall’autorevole magazine “Nature Energy”. Secondo l’analisi dei due ricercatori, una parte non indifferente dei clienti di auto completamente elettriche (Bev) in California, il 19%, ha dichiarato di essersi pentita della scelta effettuata ed è ritornata a possedere un modello con motore termico, poiché insoddisfatta dell’autonomia e addirittura impossibilitata ad adeguare le proprie necessità di mobilità con l’utilizzo di un veicolo Bev, comprese le fasi di ricarica. Una quota che, in basse allo studio, diventa ancora maggiore, raggiungendo circa il 21%, se l’auto elettrificata in questione è di tipo ibrido plug-in (Phev). Stando alle risposte fornite dagli utenti intervistatati, uno dei problemi più considerevoli per gli utilizzatori delle auto elettriche ed elettrificate è la tensione della corrente negli impianti domestici, che in California come nei altri Stati americani, è normalmente di 120 Volt, a differenza dei 240 presenti nelle spine delle case del Vecchio Continente. Le prese delle abitazioni (classificate di livello 1) risultano quindi insufficienti nel 70% dei casi, fattore che non migliora nemmeno nei parcheggi dei posti di lavoro. Inoltre problema persiste anche con le colonnine di ricarica pubblica, perché, secondo quanto riportato dallo studio di Hardman e Tal, gli utenti non sono abituati a utilizzarle, poiché hanno sempre considerato la sosta alle stazioni di servizio “una questione di minuti”.
Il problema della ricarica esiste anche per i veicoli Phev, ma in questo caso si riferisce alla difficoltà di ripristinare una adeguata riserva di mobilità completamente elettrica, rispetto ai vantaggi ottenuti a livello fiscale con la scelta di un Phev. La musica in California cambia completamente però nel mondo delle auto elettriche dei proprietari di un modello della Tesla che, secondo lo studio, beneficiano di una differenza come “il giorno rispetto alla notte”. I clienti delle varie Model 3 e Model S della factory di Elon Musk sono infatti abituati a utilizzare i supercharger capaci di erogare corrente continua a 480 Volt che permettono di fare il pieno in poco più di un’ora. La ricerca, effettuata intervistando chi in California aveva acquistato un veicolo Bev o Phev tra il 2012 e il 2019, ha evidenziato inoltre un collegamento tra il tasso di “infedeltà” più elevato presso le famiglie composte da due persone e con una o due auto di proprietà, mentre risultano apprezzare maggiormente l’elettrificazione i nuclei familiari più corposi (cinque componenti e più) e nel caso in cui il parco auto sia più ampio (quattro o più unità). Da segnalare infine che è risultata più elevata la percentuale tra gli uomini che decide di abbandonare l’auto elettrica o ibrida plug-in rispetto ai “fedeli”, mentre le donne si dimostrano coerenti con la loro scelta e tornano sui propri passi meno facilmente. (maurilio rigo)
Fonte www.repubblica.it