Giulio Fiou ha partecipato, con grande slancio, alle tre ‘vite’ del partito. Dal PCI a Partito della Sinistra fino all’attuale Partito Democratico costituito dieci anni fa
AOSTA. La ‘Waterloo’ del Partito Democratico non è stata una sorpresa per Giulio Giou, ex sindaco del capoluogo regionale dal ’92 al ’95, ultrasettantenne, esponente di spicco della Sinistra valdostana e consigliere regionale nel quinquennio ’98/2003.
“Difficoltà di dialogo anche in campo nazionale. E, in Valle, è sempre più difficile l’organizzazione di attività e, quindi, il confronto”.
L’ormai certa esclusione dei Dem dal Consiglio regionale lo rammarica, nonostante, tiene a ricordare, abbia restituito la tessera 10 anni fa. “Ho tentato un riavvicinamento dopo alcuni mesi – informa –, ma mi sono reso conto quasi subito che questo partito non mi rappresentava più”. Spiega, senza perifrasi: “Le motivazioni alla base di chi faceva politica attiva non erano più centrate sugli ideali, ma su interessi personali.”
Dichiara di essere molto dispiaciuto di questa deriva, senza appello, (stando almeno alla prima proiezione dei voti), di un partito che lo ha accompagnato dalla giovinezza sotto la bandiera dell’allora Partito Comunista Italiano.
“Ho sempre sofferto di quello che non funzionava, in generale – confessa -.A maggior ragione, la mia inquietudine è arrivata a livelli elevati nel momento in cui ho constato come il PD, il partito più rappresentativo della Sinistra regionale, avesse cominciato a prendere le distanze dalla sfera del sociale”.
Mai come in un’epoca in cui la società si presenta come un enorme ‘bacino’ multietnico è indispensabile, secondo il pensiero di Giulio Fiou “l’impegno del Partito democratico per favorire l’integrazione. Non mi sembra stia avvenendo”.
Crede in una rinascita, in un rilancio?
“Chi ha tentato non ha fatto in tempo per presentare il nuovo ‘volto’ del partito in queste elezioni – risponde -. I tempi per un effettivo cambiamento sono ancora lunghi”, conclude.