Le notizie di attualità ce lo confermano spesso: se da un lato molti faticano a trovare un’occupazione, dall’altro ci sono imprese che non riescono a trovare persone in grado di ricoprire certe mansioni, che siano ad alto contenuto specialistico o meno. Evidente, dunque, che esista sul mercato del lavoro un corto circuito che rallenta tutti: sia le imprese, costrette a fermare la propria crescita, sia le famiglie, impoverite dalla mancanza di uno stipendio certo.
Proprio per discutere di questo tema, e capire come il mondo del terziario possa contribuire a progettare nuove politiche della formazione e del lavoro più strategiche, Confcommercio Toscana organizza per giovedì 5 maggio 2022 a Firenze un importante convegno al quale parteciperanno anche il presidente nazionale di Confcommercio-Imprese per l’Italia Carlo Sangalli, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il sindaco di Firenze Dario Nardella.
Il convegno, dal titolo “Lavoro e formazione nel terziario – Le nuove sfide per un’economia che cambia”, si svolgerà dalle ore 9.30 nel Granaio dell’Abbondanza (ex Caserma Cavalli) in Lungarno Soderini.
I lavori saranno moderati dal direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni e prevedono la partecipazione del presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, dell’assessora alla formazione e lavoro della Regione Toscana Alessandra Nardini, dei segretari regionali dei sindacati dei lavoratori Stefano Nicoli (Filcams CGIL Toscana), Alessandro Gualtieri (Fisascat Cisl Toscana), Marco Conficconi (Uiltucs Uil Toscana).
Per illustrare funzionalità e prospettive di lavoro e formazione nel mondo del terziario interverranno per il sistema Confcommercio Toscana il delegato regionale alla formazione Tiziano Tempestini, la responsabile dell’area lavoro Catiuscia Fei e il delegato alla bilateralità Federico Pieragnoli, oltre alla direttrice del Fondo For.Te. Eleonora Pisicchio.
Durante il convegno, il presidente dell’istituto Format Research Pierluigi Ascani presenterà poi i risultati dell’indagine commissionata da Confcommercio Toscana per delineare il quadro delle imprese del terziario e dei loro fabbisogni formativi e occupazionali.
“L’obiettivo dichiarato del nostro evento è avviare una riflessione sulle principali criticità dell’attuale mercato del lavoro”, spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “vogliamo mettere a disposizione delle autorità competenti idee e proposte per orientare in maniera strategica le politiche formative e del lavoro sul territorio toscano, nel comune interesse di famiglie e imprese”.
“Noi – prosegue Marinoni – parliamo per conto delle 213mila imprese del terziario toscano (il 66% dell’imprenditoria extragricola), che per numero di occupati e ricchezza prodotta sono ormai la componente maggioritaria dell’economia regionale. Escono dalla lunga crisi del Covid e continuano ad avere tanti fattori di criticità contro cui combattere, come l’aumento dei costi di energia e materie prime, il calo dei consumi, l’inflazione, gli effetti economici e psicologici del conflitto in Ucraina. È davvero assurdo che le aziende sane, in grado di svilupparsi, debbano restare al palo perché non trovano personale. È uno spreco intollerabile di talenti che non giova al nostro Paese”.
Da qui, l’esigenza di cambiare le cose, partendo da una revisione della formazione professionale, chiamata a tenere sempre più in considerazione i fabbisogni delle aziende, meglio se anticipandoli. “È la vera chiave di volta per creare un match perfetto tra chi offre e chi cerca lavoro”, sottolinea il direttore Marinoni, “dobbiamo costruire progetti formativi che assecondino lo sviluppo aziendale, creando nuove figure professionali, se serve, o aggiornando le competenze degli addetti. Con un mercato in continuo cambiamento, nessuno può permettersi il lusso di non studiare più”.
Il sistema Confcommercio conta in Toscana sette agenzie formative accreditate dalla Regione, con 29 sedi diffuse in ogni provincia e oltre 800 addetti tra docenti, collaboratori e personale assunto in pianta stabile. “Solo nel 2021 – anno in cui la formazione si è svolta quasi esclusivamente online per via del Covid – abbiamo organizzato oltre mille corsi per un totale di 48mila ore di formazione e 12mila discenti”, fa sapere Marinoni, “la richiesta è ovviamente alta per i corsi obbligatori sulla sicurezza nei luoghi di lavoro o sull’igiene degli alimenti, ma cresce anche quella di corsi per accedere ad una professione (come l’agente di commercio o l’agente immobiliare) e di percorsi specializzanti pensati su misura per le aziende. Formarsi è un modo per non restare indietro e non perdere competitività, dobbiamo fare in modo che non sia un lusso per pochi”.