Per favore, cambiate autori. Le finte liti e relativi sputtanamenti sul web, le flatulenze organiche o verbali, gli accoppiamenti sotto coperta, la falsa tolleranza delle diversità sessuali, che alimenta l’intolleranza congeniale al potere
Copioni triti e ritriti calibrati sull’audience minuto per minuto, sulla bestemmia che fa il picco o sulle pesciarole che si accapigliano, “ospiti” indotti per soldi a rappresentare il peggio di sé, o a fingerlo: forse mai come in questa edizione del Grande Fratello Vip la monnezza arriva alla gola, come l’acqua alta a Venezia. Pier Paolo Pasolini individuò con esattezza la “falsa tolleranza”, imposta dall’alto, che induce all’intolleranza, perché il popolo ne intuisce la strumentalità opprimente ed è portato a reagire con una reazione contraria. Esattamente come nei desiderata del “politicamente corretto”, cioè del potere, che ha ragion d’essere, di proliferare e di sopprimere il pensiero e la libertà degli individui in virtù di principi universali che sono, ovviamente, soltanto pretesti. In nome di questi rafforza il proprio dominio assoluto condannando il vero “diverso”, cioè il pensatore libero che non si sottomette e smaschera la finzione. La pedagogia più spietata fu quella illuminista, poi giacobina, che agì per l’appunto in nome di principi universali e finì per mozzare milioni di teste. Oggi si mozzano i cervelli a colpi di reality, sempre in nome di principi “non negoziabili”.
Ci vergogniamo un po’ ad applicare inutilmente queste (modeste) considerazioni ai reality, il gradino più basso e bassamente commerciale dell’intrattenimento, ma ogni tanto non riusciamo a reprimere una sana rivolta interiore. Non tanto contro queste miserie televisive, ma contro la logica abietta che le genera e le impone con dovizia di mezzi come modello. E ci vergogniamo due volte, perché proviamo anche vergogna per quelli che dovrebbero provarla e mai lo faranno.