Videointervista al rapper “romantico”, conosciuto dal grande pubblico lo scorso Sanremo. prendendo in contropiede la pandemia, Ghemon pubblica “Scritto nelle stelle”, un disco bellissimo tra rap, cantautorato e black music
“Potrei accarezzare la mia imperfezione / Ma mi circondo spesso di persone /Che analizzano ogni errore sotto al microscopio Incutermi timore è il solo loro scopo In base a quel giudizio stare sull’attenti/Potrei, in effetti, badare solo ai difettiE passare le mie notti a digrignare i denti / Per certe cose è d’obbligo il condizionale /Ma dal futuro voglio la felicità”. Ghemon, punto e a capo. L’avevamo lasciato biondissimo a Sanremo con il pezzo più originale della scorsa edizione, “Rose viola” e lo ritroviamo ora con un album davvero notevole che lo riconferma autore originale e caso pressoché unico nella musica italiana in quanto artista hip hop che sa dosare egregiamente il cantautorato con il funky, il soul, con il rap e l’r’n’b. “Scritto nelle stelle” è il disco vero della rinascita dopo un periodo difficile in cui, come ha raccontato lui stesso in un libro, “Io sono, ha fatto i conti con la depressione.
Un disco pieno di perle, di canzoni che resteranno, come “Questioni di principio” e come “Champagne”, di brani che fanno riflettere, senza aver più paura di affermare chi siamo, senza temere il giudizio altrui, ma soltanto animati dalla voglia di vivere e amare. Già perché questo è un disco anche molto romantico, pieno di ballad d’amore. Contagioso nell’allegria il secondo singolo, con un videoclip girato in lockdown davvero divertente. Si intitola “Buona stella” e Ghemon, nella videointervista concessa a Tiscali.it, lo racconta così “Non so quale sia la mia buona stella ma l’esperienza della mia vita mi fa pensare che ce n’è una, qualcosa che mi guida, qualcosa che mi fa andare in una direzione anche quando l’ho smarrita. Qualcosa che mi spinge a guardare in alto e a trovare un punti di riferimento che mi aiuta a superare degli ostacoli. In questo modo, quando le paure si ripresentano, ti dici: “Beh, questa l’ho già affrontata, ce la posso fare”. È un po’ come dire aiutati che il Cielo ti aiuta. Ecco io ho sperimentato che è proprio così”.