La serie tv in onda su Prime Video è uno sguardo divertito e feroce sulle disavventure di una ragazza di oggi. Interpretata da Phoebe Waller-Bridge in modo superbo

Phoebe Waller-Bridge in una scena di “Fleabag”
“Scrivi qualcosa di memorabile che duri 10 minuti, ti sfido, poi andiamo in scena”. E’ andata più o meno così fra Phoebe Waller-Bridge e un suo amico stand up comedian che chiese all’attrice e autrice britannica di mettere su un monologo sulle tante nevrosi dei nostri tempi. Qualcosa che fosse forte, intelligente, e che non rinunciasse all’ironia. Detto, fatto. Nasce così Fleabag (letteralmente “sacco di pulci”), commedia scatenata sulle tragicomiche avventure di una giovane donna inglese. Messa in scena a teatro per la prima volta nel 2013 (con l’immediata vittoria del premio Fringe), tre anni dopo è diventata la serie tv coprodotta da Bbc e Amazon che si può vedere in streaming su Prime Video. E che ha vinto i premi più prestigiosi.
Sì, sto dicendo proprio a te
Una famiglia disastrosa, la difficoltà a coltivare amicizie affidabili e durature, il tentativo di colmare questo vuoto con tragicomiche storie di sesso occasionale, quindi la passione sconveniente e ricambiata con un prete, nel mezzo le difficoltà a mandare avanti la propria attività economica in una Londra frenetica che non ha pietà di nessuno che non ce la sappia fare da se. Fleabag è tutto questo, con dosi di umorismo feroce che non fa sconti a nessuno, né agli stereotipi maschilisti né alle nevrosi femminili, senza dimenticare gomitate alle altre sessualità. Perché in fondo siamo umani, nessuno su questa Terra ha la saggezza assoluta e bisogna anche sapersi prendere la responsabilità dei propri disastri. In Fleabag la bravissima Phoebe Waller-Bridge attraversa tutto questo, stralunata e acuta. E con una tecnica di metateatro antichissima (risale almeno alle commedie latine di Plauto) rompe continuamente la scena per rivolgersi direttamente al telespettatore, chiamandolo in causa durante la trama degli episodi tv.
Ridere dei propri guai
Acclamata dalla critica, vincitrice di quattro Emmy (gli Oscar tv) per la migliore serie commedia, miglior attrice protagonista, miglior regia e miglior sceneggiatura, Fleabag si è aggiudicata anche i Golden Globe per la migliore serie brillante e la migliore protagonista. E per quanto riesce a trattare in maniere lieve e schietta tutte le zone d’ombra della femminilità, potrebbe essere accostata a Paura di volare, il dirompente libro di Erica Jong che creò un’eroina epocale in tempi di femminismo rampante, quella Isadora Wing che si raccontava senza censure e senza paura di scontentare proprio le attiviste per i diritti delle donne. Due stagioni, sei episodi di appena 25 minuti ciascuna. Una scheggia, un proiettile che va al bersaglio, Fleabag. Il pubblico è avvertito.