L’emergenza sanitaria da Covid-19 vissuta negli ultimi due anni ha accelerato e reso
possibile il processo di digitalizzazione e di riorganizzazione del lavoro, attraverso l’adozione
dello smartworking e del modello Agile per aziende e Pubblica Amministrazione. Secondo i
dati 2022 dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, in Italia, dal 2019
ad oggi, il ricorso al lavoro agile è passato dal 58% al 91% nelle grandi aziende e dal
12% al 48% nelle PMI, nonostante una lieve contrazione rispetto al 2021.
“Sono ormai poche le aziende che ad oggi lavorano in modo del tutto tradizionale, sebbene
nelle piccole e medie imprese italiane è presente ancora molto scetticismo nei confronti della
modalità di lavoro da remoto, che prevede una maggiore flessibilità nei confronti dei propri
dipendenti. Il grande problema e la sfida che stiamo affrontando quotidianamente è che il
lavoro agile o smartworking è purtroppo ancora percepito come una soluzione temporanea,
utile per far fronte a situazioni emergenziali e non come un nuovo modello di lavoro
consolidato ed un’importante leva per l’innovazione e lo sviluppo delle persone, delle
organizzazioni e del territorio.” – ha spiegato Maria Cesaria Giordano, CEO di HRCOFFEE.
Nel corso dell’edizione 2023 della Giornata del Lavoro agile della Puglia, organizzata da
HRCOFFEE, in partnership con il Comune di Bari, Exprivia e Aidp Puglia, Stefano
Zamagni, professore ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna, ha spiegato che
il lavoro agile non è altro che il superamento del metodo taylorista, ossia di una
metodologia di lavoro, basata sul principio gerarchico, secondo il quale chi ha la proprietà
dei mezzi di produzione dell’azienda assume il ruolo di decisore assoluto ed indiscutibile.
Oggi un’azienda, per continuare ad essere competitiva, non può più strutturare la propria
organizzazione attorno ad un principio gerarchico e di controllo ma deve adottare il modello
olocratico, incentrato sulla fiducia, in cui tutti i dipendenti sono chiamati a contribuire in
ottica di co-progettazione e co-programmazione.
Questa teoria è fortemente supportata dalla HR-Tech Company pugliese HRCOFFEE
(https://www.hrcoffee.it), specializzata nello sviluppo di software per il People Management e
People Analytics, la quale ha ideato un modello di gestione del personale che consente
di semplificare i processi di condivisione e co-progettazione tra tutti gli stakeholder
dell’azienda.
Strumenti come HRCOFFEE People Analytics Platform pongono al centro le persone,
attribuendo loro pari importanza, a prescindere dal ruolo che svolgono all’interno
dell’organizzazione. La condivisione e il confronto, che si generano dall’interazione tra tutti
coloro che vivono l’azienda, contribuiscono a sviluppare consapevolezza a livello sociale e
culturale, cooperazione e co-progettazione, che possono a loro volta dare vita ad
importanti decisioni di business, orientate verso il benessere dei dipendenti ed una loro
maggiore produttività.
“Il nostro obiettivo è stimolare una riflessione per trovare dei modi concreti per rendere le
persone felici perché quando i lavoratori sono sereni sul posto di lavoro, migliora anche la
produttività e lo spirito creativo che genera a sua volta innovazione. La metodologia agile
può funzionare solamente se aspetti come la fiducia, l’ascolto dei bisogni e il coinvolgimento
dei propri dipendenti vengono considerati prioritari. In questo, la nostra tecnologia consente
di automatizzare i processi, permettendo al personale HR di risparmiare il tempo investito
per svolgere attività routinarie e favorisce l’emergere di correlazioni inedite magari
sottovalutate ma che possono però fare la differenza sulla competitività dell’azienda. – Ha
concluso Maria Cesaria Giordano.