L’ex direttore del Sisde ha parlato all’assemblea del Partito Radicale: “Continuerò a combattere sicuro di essere nel giusto. Sono sereno e non ho nessuna paura. Sono certo che alla fine vincerò”
Mario Mori, generare prefetto ex comandante dei Ros ed ex direttore del Sisde, anche dopo la sentenza emessa dalla Corte D’Assise che lo condanna a 12 anni di carcere per il processo sulla trattativa Stato – Mafia, si dichiara ancora innocente: “Continuerò a combattere sicuro di essere nel giusto, di aver rispettato la leggi e, soprattutto, la mia etica professionale. Sono sereno e non ho nessuna paura”.
Il suo intervento all’ assemblea del Partito Radicale è poi proseguito: “Non accetto di essere considerato un traditore dello Stato, un fellone come si diceva una volta, e continuerò a lottare fino in fondo certo che alla fine vincerò. Sono partito dalla parte della giustizia e ora mi trovo dall’altra parte: questo è doloroso per un ufficiale dei carabinieri. Da 15 anni faccio l’imputato e sono incazzato, ma sono un agonista. Ho bisogno di un nemico, le battaglie mi danno forza”. Il generale ha quindi ricostruito le sue vicende processuali, individuando nell’inchiesta cosiddetta mafia-appalti del 1989 il punto di partenza della frattura tra procura di Palermo e Ros dei carabinieri.