Nel 2018 la trasmissione del virus West Nile in Italia e nel Sud-Est Europa è iniziata prima rispetto agli anni precedenti. A livello territoriale sono in atto delle sorveglianze da parte dei vari presidi distribuiti in Italia.
La West Nile Fever colpisce ancora. Nel ferrarese due persone sono decedute lo scorso 9 agosto a causa di complicazioni derivanti dal WNV, il virus del nilo. La malattia è un virus della famiglia dei Flaviviridae che prende il nome dal distretto del West Nile in Uganda, dove fu isolato per la prima volta nel 1937. Inizialmente diffuso in Africa, Medio Oriente e India, il virus ha come serbatoi principali di diffusione gli uccelli e le zanzare, in alcuni rari casi è stato anche trasmesso con trasfusioni di sangue infetto.
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale. La diagnosi viene eseguita attraverso test di laboratorio. Per quanto riguarda la terapia e il trattamento del virus, non esiste un iter specifico: nei soggetti in buono stato di salute generalmente la febbre scompare dopo qualche giorno, nei soggetti anziani e debilitati può essere grave.
Nel 2018 la trasmissione del virus West Nile in Italia e nel Sud-Est Europa è iniziata prima rispetto agli anni precedenti. Il 16 giugno si è verificato il primo caso umano di infezione confermata nel nostro Paese e, al 1 agosto 2018, sono stati segnalati 52 casi confermati di infezione. In particolare sono stati segnalati 16 casi con manifestazioni di tipo neuro invasivo di cui 2 decessi, 22 casi di febbre e 14 casi in donatori di sangue asintomatici. (Istituto Superiore di Sanità)
Nel ferrarese recentemente si sono verificati tre decessi: a fine luglio un uomo di 77 anni di Cento e il 9 agosto due uomini di 69 e 86 anni residenti a Ferrara, entrambi affetti da patologie cardiovascolari.
Recentemente sono stati registrati sul delta del Po una quindicina di casi, essendo un luogo particolarmente popolato dagli uccelli. A livello territoriale sono in atto delle sorveglianze da parte dei vari presidi distribuiti in Italia, i quali si occupano del monitoraggio degli uccelli e delle zanzare. Tendenzialmente si cerchi di evitare le zone con acqua stagnante, di utilizzare i prodotti repellenti esistenti in commercio, specie dopo il tramonto e di procedere con le disinfestazioni opportune, qualora fosse necessario.