(ANSA) – ROMA, 30 NOV – Il terrorista norvegese di estrema
destra Anders Behring Breivik, che il 22 luglio 2011 si rese
responsabile di due attacchi terroristici, uno a Oslo e uno
sull’isola di Utoya uccidendo 77 persone, continua a
perseguitare i sopravvissuti e le famiglie delle vittime
inviando loro lettere dal carcere in cui ribadisce il contenuto
del manifesto diffuso prima degli attacchi, contro migranti,
musulmani e laburisti e per il ‘potere bianco’. Lo ha reso noto
la leader del Comitato di supporto ai sopravvissuti, Lisbeth
Royneland, che nella strage ha perso sua figlia, definendo “inaccettabile” che l’assassino possa permettersi di inviare
simili missive in stato di detenzione e chiedendo alle autorità
di fermargli la mano. Lo riferisce il sito dell’emittente
norvegese Nrk.
La vicenda ha dato il via a un dibattito politico, nel quale
è intervenuto anche il direttore dell’Istituto norvegese per i
diritti umani Vidar Stromme, sostenendo che “è importante che si
possa godere della libertà di espressione anche in carcere. È un
principio fondamentale – sottolinea – ma nelle carceri di
massima sicurezza credo debba essere limitato se rappresenta una
istigazione alla violenza o un pericolo per la sicurezza o
l’incolumità di altri”. La legge prevede già tra l’altro che si
possa ottenere un ordine restrittivo riguardo alla
corrispondenza se la si usa per offendere o perseguitare altre
persone.
Breivik, condannato ad almeno 20 anni di carcere in quanto
unico responsabile delle stragi e sostanzialmente sano di mente,
ha inviato copie della stessa lettera scritta a mano con lettere
maiuscole, tra gli altri, alla stessa leader del comitato e al
deputato laburista Torbjorn Vereide. “Vuole farci sapere che è
lì e continuare a spaventarci”, dice Lisbeth Royneland: “Mi
aspetto che le autorità riconsiderino il caso e vedano cosa si
può fare per fermarlo. E che entrino in contatto con le persone
colpite che sono sulla lista degli indirizzi del terrorista”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it