Risalgono a 386 milioni di anni fa, i resti della foresta più antica del mondo: sono riemersi da una cava di arenaria a Cairo, nello Stato di New York, e testimoniano la presenza di un fitto intreccio di piante che si estendeva fino alla Pennsylvania. L’intricato sistema di radici fossili dimostra che la transizione verso le foreste moderne è iniziata prima del previsto, almeno 2-3 milioni di anni prima rispetto a quanto osservato nella foresta fossile di Gilboa, situata a 40 chilometri di distanza e finora considerata erroneamente la più antica. La scoperta è pubblicata sulla rivista Current Biology dalla Binghamton University e dal New York State Museum in collaborazione con l’Università britannica di Cardiff.
Le radici fossili della foresta più antica del mondo (fonte: Charles Ver Straeten)
I risultati dello studio gettano nuova luce sul periodo Devoniano, quando la comparsa delle prime foreste stravolse gli ecosistemi, modificò la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera e di conseguenza il clima del Pianeta. I resti della foresta di Cairo documentano la presenza di alberi dall’aspetto quasi alieno, che si riproducevano attraverso le spore pur avendo foglie e legno, caratteri tipici delle piante da seme che si sarebbero sviluppate circa 10 milioni di anni dopo.
Passando al setaccio un’area di oltre 3.000 metri quadri nella cava, i ricercatori hanno individuato almeno due tipi di antiche piante: quelle del gruppo Cladoxylopsida, lontane parenti delle felci con un tronco molto alto, altre specie con foglie verdi piatte, tronchi lignei e rami simili alle conifere. E’ stato rinvenuto anche un unico esemplare di un terzo tipo di pianta che al momento non è stato ancora identificato, anche se pare simile alle licofite.