Appuntamento giovedì all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Largo A.
Gemelli, a partire dalle 10, per una riflessione sullo sviluppo della dimensione
etica della Medical Intelligence. Ne discuteranno alcuni dei più importanti
esponenti nazionali e internazionali della medicina, sociologia, tecnologia e
responsabili di centri di studi di intelligence di diversi paesi.
“Passare dalla semplice Medical Intelligence a una vera e propria
Intelligence for Medicine a servizio della Public Health, quindi andare oltre il
semplice utilizzo dei dati sanitari per il lavoro di intelligence e sviluppare un flusso
di informazioni mirato a migliorare la sanità pubblica secondo una dinamica di
coworking”. A sintetizzare il tema portante del convegno “Medical intelligence –
First International Conference”, che si terrà il 26 gennaio a Milano all’Università
Cattolica del Sacro Cuore, è il professore Vittoradolfo Tambone, Ordinario di
Medicina Legale presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, che
presenzierà alla parte introduttiva dei lavori assieme ai professori Francesco
Introna, presidente di SIMLA e Ordinario di Medicina Legale presso
l’Università Aldo Moro di Bari, Marco Lombardi, Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano, Guido Travaini, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano,
e Mario Caligiuri, Società Italiana Intelligence e direttore del master in
Intelligence dell’Università della Calabria.
In particolare evidenza, nell’ambito del dibattito scientifico sul tema, la gestione dei
dati dell’intelligence nell’ottica di un coinvolgimento della sanità pubblica per
consentire un’adeguata preparazione anche in caso di contesti emergenziali, così
come precisato dal professore Francesco Introna: “La Medical Intelligence
rappresenta una branca di importanza strategica nel prossimo futuro. Così come
attualmente l’intelligence utilizza dati desumibili dai file sanitari per scopi specifici,
con tutte le riserve per la privacy, riteniamo sia altrettanto importante, quale servizio
dovuto socialmente utile, che l’intelligence fornisca di ritorno, alla sanità pubblica,
dati in suo possesso al fine di prepararsi per tempo ed adeguatamente verso eventi
catastrofici quali nuove pandemie in fieri, rischi terroristici, etc…”.
Un momento di riflessione richiesto da un contesto attuale che vede la progressiva e
rapida integrazione tra tecnologia e scienza medica lasciando emergere diverse
vulnerabilità legate all’innovazione, anche nelle dimensioni contigue a quella
sanitaria, che richiedono al contempo un ragionamento su metodologie e funzionalità,
sia in un ruolo di difesa delle informazioni strategiche da tutelare, sia in un ruolo più
pro-attivo, di acquisizione di informazioni strategiche. “Il nostro è un invito alla
consapevolezza dell’utilizzo dei dati in materia sanitaria – spiega il professore
Guido Travaini -, perché l’aspetto sanitario è ormai un aspetto centrale della
contemporaneità e coinvolge molti altri ambiti, a partire da quello economico”.
Diversi, secondo gli organizzatori del convegno, gli elementi di rischio che vanno
dalla sottrazione di dati sanitari ed elaborazione di modelli interpretativi da
informazioni aperte per identificare lo stato di salute di attori istituzionali significativi
o per modificare i dati sanitari, anche di interi cluster, per generare allarme e
produrre minaccia, passando per la mancanza di consapevolezza nelle
comunicazioni del personale sanitario coinvolto quando tratta informazioni che
possono avere implicazioni per la sicurezza nazionale e quindi la manipolazione
(hackeraggio) di macchine sanitarie, nella diagnostica, redazione di referti fino
all’interferenza durante operazioni mediche. “È desiderio comune rispettare la
pratica medica senza nessuna strumentalizzazione – sottolinea il professore
Tambone – anche perché crollerebbe la fiducia dell’opinione pubblica rispetto al
ruolo di garanzia del medico. Per questo proponiamo che nella nuova versione del
codice deontologico ci siano degli articoli dedicati alla Medical Intelligence”.
Snodo dell’incontro saranno appunto le modalità di utilizzo dei dati anche nell’ottica
del quadro normativo italiano e comunitario. “Rileviamo un duplice risvolto –
aggiunge il dottore Francesco De Micco, Fondazione Policnico Universitario
Campus Bio-Medico – a partire dal quadro nazionale dove un approccio data-
centrico contraddistingue la sesta missione del Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza, e ciò in relazione all’implementazione del Fascicolo Sanitario
Elettronico, al potenziamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario ed allo
sviluppo dei sistemi di telemedicina, e poi a livello europeo dove la rapida adozione
ed attuazione dello spazio europeo dei dati sanitari sarà all centro dell’agenda
legislativa per il biennio 2023-2024”.