La guardia di finanza ha perquisito gli uffici della Fimco e della Maiora group, aziende riconducibili alla famiglia Fusillo di Noci, e la sede della direzione generale della Banca Popolare di Bari. Il blitz è scattato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Bari che indaga su presunte irregolarità commesse dall’imprenditore Giacomo Fusillo dopo l’ammissione delle due società al concordato preventivo.
Secondo il procuratore aggiunto Roberto Rossi e il sostituto Lanfranco Marazia, gli imprenditori avrebbero ceduto le partecipazioni in società del settore turistico che le due aziende ammesse al piano di concordato detenevano, ad altre società a loro stessi riconducibili e non interessate dalla procedura fallimentare. Un’operazione di distrazione di beni dal rilevante valore economico.
Le perquisizioni sono scattate anche negli uffici della Banca Popolare di Bari perché negli anni passati l’istituto di credito ha concesso prestiti alla Fimco e alla Maiora Group per un valore complessivo di 140 milioni di euro.
Gli imprenditori – Emanuele, Vito, Giovanni Fusillo (i primi tre soci e amministratori di Fimco Spa e Maiora Group Spa di Noci) e Giacomo, figlio di Vito, amministratore delegato delle due società – tra dicembre 2016 e luglio 2018 avrebbero dissipato complessi aziendali e partecipazioni societarie tra cui due rami d’azienda costituiti da uno stabilimento balneare in località Losciale a Monopoli e l’Hotel Cala Ponte di Polignano, in favore della società correlata Soiget Srl.
Stando alle indagini, il 100% del capitale della Soiget sarebbe poi stato dismesso in favore di Giacomo Fusillo e, ancora, il 100% del capitale della Logistica Sud srl sarebbe stato ceduto in favore del fondo ‘Kant Capital Fund strategic Business Unit PCC Limited’ con sede a Gibilterra.
Per queste condotte ai quattro imprenditori viene contestato il reato di bancarotta fraudolenta. Giacomo Fusillo risponde anche di autoriciclaggio, accusato di aver trasferito il 100% del capitale di Soiget srl – che sfrutta la distrazione di beni dalla Fimco spa – “nella società unipersonale Sesto Elemento srl in modo da ostacolare – si legge nell’imputazione – l’identificazione della provenienza delittuosa”. Giacomo Fusillo detiene l’intero capitale di quest’ultima azienda.
Tra le cessioni sotto osservazione anche quelle dei complessi turistico alberghieri di lusso come ‘La Peschiera’ e ‘Il Melograno’ di Monopoli e l’edificio dell’ex hotel Ambasciatori di Bari: operazioni sospette che, secondo la Guardia di Finanza di Bari, avrebbero portato al dissesto delle società Fimco e Maiora del gruppo Fusillo di Noci.
L’ipotesi dei finanzieri, coordinati dalla Procura di Bari, è che i capitali delle due società siano stati interamente dissipati a favore di altre società del gruppo, a loro volta poi cedute o svendute. Nel caso di Fimco, il capitale sarebbe stato distratto confluendo nelle case della società Soiget, le cui quote sarebbero poi state interamente cedute alla Sesto elemento di Giacomo Fusillo. “Giova rammentare – si legge nel decreto – che trattasi di una partecipazione dall’indubbio valore strategico ed economico atteso che tale società vanta la proprietà e la gestione operativa di due complessi immobiliari di assoluto prestigio ed elevata redditività, costituiti dei complessi turistico alberghieri ‘La Peschiera’ e ‘Il Melograno’, rinomati resort di lusso ubicati sulla costa dell’entroterra di Monopoli”.
Con riferimento alla società Maiora, i beni sarebbero stati distratti in favore della Logistica Sud e da qui in un Fondo con sede a Gibilterra. “Desta forti sospetti – scrive la Procura – la circostanza che la dismissione della partecipazione in Logistica Sud effettuata nel dicembre 2016 abbia di fatto comportato la fuoriuscita dal perimetro patrimoniale della controllante Maiora di un cespite immobiliare di ragguardevole valore, rappresentato dall’edificio ex Hotel Ambasciatori, oggetto di trasformazione in unità immobiliari ad uso residenziale e commerciale”.